La fine dell'amore. Bracco Roberto

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La fine dell'amore - Bracco Roberto


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Poi, ride un po') Ah ah! (Mutando di nuovo e sedendo)Vi compiacereste di darmi dei chiarimenti?

D'Alma

      Su che?

Anna

      Sulla… «correzione degli istinti»?

D'Alma

      Volentieri. (Pausa) Avete voi letto Tolstoi della prima maniera?

Anna

      Io ho letto… per esempio, Nanà, di Zola…

D'Alma

      Ma non è precisamente lo stesso!

Anna

      Be', che dice il vostro Tolstoi della prima maniera?

D'Alma

      Ecco… (Fruga nelle saccocce e ne cava parecchi libri.)

Anna

      Lo avete sempre in tasca?

D'Alma

      Sempre! È uno dei miei compagni prediletti. (Sceglie uno dei libri, lo apre e lo dà ad Anna, mostrandole una pagina) Leggete qui. (Soavemente)È modernissimo!

Anna

      (dopo aver letto un po') Uh! Guarda guarda guarda!.. Voi, per amarmi così sublimemente, non mangiate che erba?!

D'Alma

      Non vi fermate a certi particolari, vi prego.

Anna

      E con questa igiene voi siete sicuro… delle estasi purissime?!

D'Alma

      (sorridendo con tristezza) Comprendo! A voi sembra che la facilità con cui io mi lascio andare a queste conversazioni intime (con disgusto) sia, per lo meno, un avanzo del materialismo comune. Ebbene, io vi mostrerò che so e posso trionfarne. (Con energia) Da solo a sola con voi, Anna, io non mi troverò… mai più!

Anna

      (con latente stupefazione) Me lo promettete?..

D'Alma

      (con gravità) Ve lo prometto!

Anna

      (con lieve trasparenza comica) Siete immenso!..

D'Alma

      Grazie!

Anna

      Non c'è di che.

(Un silenzio.)D'Alma

      Ed ora, (alzandosi) se non m'inganno, ci siamo detto tutto!

Anna

      E sfido io! Che altro ci potremmo dire?!

D'Alma

      Arrivederci…

Anna

      Arrivederci…

D'Alma

      Ma… (fa un gesto complicatissimo e solenne ricordante la risoluzione presa.)

Anna

      (imitando caricatamente il gesto di lui) Oh… siamo intesi!..

D'Alma

      (assorto, si allontana. Presso la porta, si trova a faccia a faccia con Salvetti: ne ha un soprassalto di fastidio, ed esce fuggendo.)

      SCENA IV.

      ANNA, SALVETTI

Salvetti

      Sono di troppo?

Anna

      Ma che «di troppo»! Non vedete che se ne va?

Salvetti

      (restando sulla soglia) Io ritengo di essere di troppo appunto quando non c'è nessun altro.

Anna

      Quando non c'è nessun altro dovreste piuttosto ritenere di non essere… sufficiente. Avanti, avanti! (Mettendosi con cura il cappellino) Io aspetto ansiosamente questi cavalli e questi cavalieri. Ben presto vi lascerò. Non abbiate soggezione di me. Sdraiatevi in una seggiola a bracciuoli, leggete i vostri giornali, fate il vostro chilo comodamente…

Salvetti

      Per obbedirvi… (Siede in una poltrona presso il tavolino e sceglie qualche giornale.)

Anna

      Del resto, la vostra colazione, è durata pochino. (Dopo aver messo il cappellino incomincerà ad infilare i guanti.)

Salvetti

      Come il vostro colloquio con Giuliano.

Anna

      Preciso.

Salvetti

      (con gli occhi sul giornale) Una bistecca e un po' di frutta: ecco la mia colazione.

Anna

      Un po' di frutta, senza la bistecca: ecco il mio colloquio. Mi do anch'io all'erba!..

Salvetti

      Lo avete… bocciato?

Anna

      Chi?

Salvetti

      Giuliano.

Anna

      Non l'ho neppure esaminato.

Salvetti

      Sicchè, è soppresso.

Anna

      Perchè sopprimerlo? È un gentile giovane.

Salvetti

      Certo.

Anna

      Alquanto… vaporoso. (Fa lo stesso gesto complicato che ha fatto dianzi.)

Salvetti

      Spiritualista e vegetariano.

Anna

      (sincera) Quel che c'è di più moderno, sapete.

Salvetti

      E chi lo nega? Molto moderno, e quindi niente affatto… esigente.

Anna

      Ah, questo sì!

Salvetti

      Compiango lui e compiango anche voi.

Anna

      Credete che per una donna sia così penoso l'essere saggia?

Salvetti

      Credo solamente che sia meno penoso il non esserlo.

Anna

      (dopo una pausa) Dottore…

Salvetti

      (leggendo) Marchesa?

Anna

      Disturbo?

Salvetti

      Anzi.

Anna

      (avvicinandosi con amichevole dimestichezza) In confidenza… secondo voi, chi è che potrebbe farmi oltrepassare i confini della saggezza?

Salvetti

      (subito) Chiunque.

Anna

      (offesa) Come?!

Salvetti

      Lasciatemi finire. Chiunque… sapesse chiedere… nel momento propizio.

Anna

      (allontanandosi stizzita) Eccoci alle solite insolenze!

Salvetti

      «Pulsate, et aperietur vobis» scrisse uno che se ne intendeva.

Anna

      Non capisco di latino!

Salvetti

      Sono io qui apposta per tradurvelo. «Picchiate e vi sarà aperto». La condizione del «momento propizio» non c'è nel testo; ma… oh Dio!.. si legge tra le linee. (Alzandosi) E io vi dimostrerò che…

Anna

      (interrompendolo esasperata) Basta! Basta! Basta! Non mi irritate di più. Coi vostri quarant'anni suonati, dovreste giudicarmi meno superficialmente. Le condizioni speciali della mia vita non possono escludere, è vero, la probabilità, vicina o lontana, d'una dedizione; ma da questo a quello che dite voi, ci corre! ci corre!

Salvetti

      Io dico lo stesso in sostanza, perchè tutte le donne, quando stanno per cadere, credono in buonissima fede di trovarsi nelle condizioni speciali che non solo giustificano ma esigono la caduta. E penso io forse che esse abbiano torto? Oibò! Io non faccio che applicare a voi una legge naturale, comune a tutta la femminilità militante: – «non sono veramente sagge che le donne a cui non si chiede niente».

Anna

      (scattando) Badate, però, che possono essere sagge, malgrado loro, anche quelle a cui si chiede troppo!

Salvetti

      Io vi auguro che s'indovini sempre la misura giusta della richiesta.

Anna

      Ed io auguro a voi che s'indovini sempre la misura giusta del rifiuto! (Presa


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