La fine dell'amore. Bracco Roberto

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La fine dell'amore - Bracco Roberto


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a tutto pasto! Voi potete giocare a… carambola sul mio bigliardo; ma nel mio salotto non più; ed io (scherzosa) posso contare sulle vostre intenzioni, perchè… mettiamo le cose a posto… se siete riuniti in questo recondito angolo del mondo, significa che mi ci avete seguìta!

Tutti, meno Salvetti

      – Naturale!..

      – Senza dubbio!..

      – È vero!..

      – È evidente!

Salvetti

      Domando scusa, marchesa: io non vi ci ho seguita: io vi ci ho incontrata.

Anna

      Ma ci rimanete.

Salvetti

      Ci rimango…

Anna

      E non ci rimanete forse per me?..

Salvetti

      In qualità di medico.

Anna

      Ma io non sono malata.

Salvetti

      La vita di una donna senza marito è sempre una malattia!..

Anna

      Che voi non sapete curare…

Salvetti

      Mi ci provo.

Anna

      (pungente) Ma non ci riuscite!

Dionigi

      (mettendo la mano sul petto all'uso schermistico.)«Toccato», dottore!

Salvetti

      (condiscendente) «Toccato».

Anna

      (con solennità gioconda, salendo sopra uno sgabbelletto)Si mette ai voti il programma della gita a cavallo!

Dionigi

      Accettato all'unanimità!

Albenga, D'Alma, Rivoli

      (insieme) All'unanimità!

Salvetti

      Meno uno!

Anna

      Peggio per quell'uno.

Salvetti

      (a Rivoli, guardandogli le gambe) Come!! Ci andate anche voi a cavallo?

Rivoli

      E perchè non dovrei andarci?

Salvetti

      Avete un bel fegato!

Anna

      Conte, mi cedete il vostro Black boy?

Dionigi

      Mi permetterei piuttosto di offrirvi la mia cavallina. Black boy è troppo duro di bocca e devo lavorarmelo io. Se mi date licenza, vado io stesso a insellare Lady Florence.

Anna

      E gli altri?

Dionigi

      Noleggeremo i bucefali del Santoro.

Albenga

      Ma sin là c'è una tappa di un chilometro.

Anna

      Ci andrete voi, Rivoli.

Rivoli

      … Con piacere.

Anna

      E presto, eh?

Rivoli

      Volo, marchesa. (Si allontana, sforzandosi, invano, di affrettare il passo, ed esce.)

Anna

      Abbiate pazienza, Albenga: andateci voi pure, perchè Rivoli non mi sembra molto disposto a volare.

Albenga

      Vi servo, marchesa. (Esce.)

Dionigi

      Io corro alla scuderia.

Anna

      Grazie.

Dionigi

      Prego… (Esce.)

Salvetti

      (accomiatandosi) Ed io, giacchè ho da restar solo, vado a fare un po' di onesta colazione.

Anna

      Superfluo il dirvi, dottore, che durante la mia assenza voi siete padrone della mia casa come di solito. Qui, troverete seggiole a sdraio, libri, giornali illustrati: tutte cose di cui difetta il vostro alberghino, esageratamente campestre.

Salvetti

      Troppo buona, marchesa. Profitterò. (Via.)

      SCENA III.

      ANNA e D'ALMA

D'Alma

      (è lontanissimo da lei, in un canto della stanza, nel suo atteggiamento di sognatore.)

Anna

      (siede.) (Un silenzio.) E voi?

D'Alma

      Io… deploro!

Anna

      (schiettamente curiosa) Che deplorate?

D'Alma

      Quello che qui accade.

Anna

      È strano! A me pare che non accada proprio niente.

D'Alma

      (serafico) Non siete voi, Anna, la farfalla intorno a cui scherzano dei bambini più o meno insidiosi?

Anna

      (un po' imitandolo) E non siete voi, Giuliano, uno dei bambini più o meno insidiosi che scherzano intorno a questa farfalla?

D'Alma

      Oh, no!.. Io la guardo! Io l'ammiro!.. Ma la mia mano non oserebbe mai di ghermire quelle ali agitate vertiginosamente da una così gentile inconscienza.

Anna

      Mai?!

D'Alma

      Mai! (Siede.)

Anna

      (risatina) Converrete che c'è del metodo in tutto questo.

D'Alma

      Attribuireste voi a me, come agli altri, un volgare calcolo… maschile?!

Anna

      Volgare, non so; ma, via, maschile… credo di sì.

D'Alma

      (con accento drammatico) Quale inganno è il vostro!!

Anna

      (di scatto) Cosa?!

D'Alma

      Anch'io, è vero, sono vissuto nella corruzione. Anch'io sono stato vittima dell'abbrutimento che col pretesto degli istinti… coinvolge l'umanità!.. Ma quando ho conosciuto voi, creatura eletta, minacciata dalla corrente malefica, io ho avuta nausea di me stesso. La mente mia ha concepito la salvezza di un affetto inestinguibile; e ha visto, luminosa, la possibilità di eliminare l'errore, di sollevarsi dal fango e di correggere perfino i così detti istinti…

Anna

      (spalancando tanto d'occhi) Ah?!

D'Alma

      E d'allora in poi, Anna, il miraggio della mia vita si è elevato; e, vagheggiando le estasi purissime delle anime che s'incontrano all'infinito, io non ho desiderato che il godimento di un amore perfetto, casto, immateriale!..

Anna

      (lo guarda, sorpresa, attonita. Indi, dissimulando nell'ammirazione uno strano dubbio) E… ditemi: sono certamente io… la sola donna che vi abbia ispirato un amore… di questa specie?

D'Alma

      La sola!!!

Anna

      (con orgoglio entusiastico foderato d'ironia) È una grande sodisfazione! (Pausa. Poi, con burlesca volubilità, alzandosi) E se per caso fossi stata vostra moglie?

D'Alma

      (imbarazzatissimo) Non mi sono mai permesso di rivolgermi una simile domanda.

Anna

      Ah, già! Dimenticavo che, dati i vostri ideali, non ci sono più mogli… e, soprattutto, poi, non ci sono più mariti. (Sospirando) Io, invece, sono molto maritata! (Risatina) Perchè le mogli separate dai loro mariti possono sentirsi più maritate delle altre?

D'Alma

      (confuso) Marchesa… come volete che lo sappia io!?

Anna

      Avete ragione! Nondimeno, il perchè è così semplice! Un marito, anche se intrinsecamente abbominevole, stando lontano, vale sempre più di quanto varrebbe se stesse vicino. Sono due anni che mio marito… è separato da me. Da questo punto di vista, io comincio a sentirmi maritatissima!

D'Alma

      (dopo una reticenza) Lo amate?

Anna

      (contraffacendolo)


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