Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 3. Edward Gibbon

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Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 3 - Edward Gibbon


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sino alla consumazione de' secoli nella Chiesa, lo dimostrano all'Autore co' suoi stessi principj.

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      In Cirene trucidarono 220,000 Greci, in Cipro 240,000, ed in Egitto una grandissima quantità di persone. Molte di queste infelici vittime furon segate in due parti, secondo un precedente esempio datone da David. I vittoriosi Giudei divoravan la carne, leccavano il sangue, si avvolgevan come nastri le budella di que' meschini attorno a' lor corpi. Vedi Dione Cassio l. LXVIII. p. 1145.

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      Senza ripetere le ben note descrizioni di Gioseffo, possiamo apprendere da Dione (l. LXIX, p. 1262) che nella guerra di Adriano furon passati a fil di spada 580,000 Giudei, oltre un numero infinito di essi, che morirono di fame, di disagio e di fuoco.

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      Per la setta degli Zeloti vedi Basnag. Hist. des Juifs l. I. c. 17; pe' caratteri del Messia, secondo i Rabbini l. V. c. 11, 12, 13; per le azioni di Barcocheba l. VII. c. 12.

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      Noi dobbiamo a Modestino Giurisconsulto Romano (l. VI. Regular.) una distinta notizia dell'Editto di Antonino. Vedi Casaubon. ad Hist. Aug. p. 27.

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      Vedi Basnag. Hist. des Juifs l. III. c. 2, 3. La carica di Patriarca, fu soppressa da Teodosio i

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In Cirene trucidarono 220,000 Greci, in Cipro 240,000, ed in Egitto una grandissima quantità di persone. Molte di queste infelici vittime furon segate in due parti, secondo un precedente esempio datone da David. I vittoriosi Giudei divoravan la carne, leccavano il sangue, si avvolgevan come nastri le budella di que' meschini attorno a' lor corpi. Vedi Dione Cassio l. LXVIII. p. 1145.

2

Senza ripetere le ben note descrizioni di Gioseffo, possiamo apprendere da Dione (l. LXIX, p. 1262) che nella guerra di Adriano furon passati a fil di spada 580,000 Giudei, oltre un numero infinito di essi, che morirono di fame, di disagio e di fuoco.

3

Per la setta degli Zeloti vedi Basnag. Hist. des Juifs l. I. c. 17; pe' caratteri del Messia, secondo i Rabbini l. V. c. 11, 12, 13; per le azioni di Barcocheba l. VII. c. 12.

4

Noi dobbiamo a Modestino Giurisconsulto Romano (l. VI. Regular.) una distinta notizia dell'Editto di Antonino. Vedi Casaubon. ad Hist. Aug. p. 27.

5

Vedi Basnag. Hist. des Juifs l. III. c. 2, 3. La carica di Patriarca, fu soppressa da Teodosio il Giovine.

6

Basti solo rammentare il Purim, o la liberazione degli Ebrei dal furore d'Aman, che fino al Regno di Teodosio fu celebrata con insolente trionfo e sfrenata intemperanza. Basnage Hist. des Juifs l. VI. c. 17. l. VIII. c. 6.

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Secondo il falso Gioseffo, Tsefo nipote di Esaù condusse in Italia l'armata d'Enea Re di Cartagine. Un'altra Colonia d'Idumei, fuggendo la spada di David, si rifuggì negli stati di Romolo. Per queste o per altre ragioni di ugual peso gli Ebrei applicarono il nome d'Edom all'Impero Romano.

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Dagli argomenti di Celso, quali son rappresentati e confutati da Origene (l. V. p. 247, 259.) possiamo chiaramente scuoprire la distinzione, che si faceva fra il popolo Ebraico, e la setta Cristiana. Si veda nel Dialogo di Minuzio Felice una bella ed elegante descrizione de' sentimenti popolari intorno all'abbandonamento del culto stabilito.

9

Cur nullas aras habent? templa nulla? nulla nota simulacra?.. unde autem vel quis ille, aut ubi, Deus unicus, solitarius, destitutus? Minuc. Felix c. 10. L'interlocutore Pagano fa una distinzione in favor de' Giudei, che una volta ebbero un tempio, altari, vittime, ec.

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Egli è difficile (dice Platone) di acquistare, e pericoloso il pubblicare la cognizione del vero Dio. Vedasi la Teologia de' Filosofi nella traduzione, che ha fatto in Francese l'Abate d'Olivet dell'opera di Tullio De natura Deorum Tom. 1. pag. 275.

11

L'autore del Filopatride tratta continuamente i Cristiani come una compagnia di sognatori entusiasti δαιμόνιοι, αἰθέριοι, αἰθεροβατοῦντες, ἀεροβατοῦντες ec. ed in un luogo manifestamente allude alla visione, in cui S. Paolo fu trasportato al terzo Cielo. In un altro luogo Triefonte, che rappresenta un Cristiano, dopo aver deriso gli Dei del Paganesimo propone un misterioso giuramento.

ΎΨιμέδοντα θέον, μέγαν, ἄμβροτον, οὐρανίωνα,Ύιον πατρὸς. πνεῦμα ἐη πατρὸς ἐππορευόμενον,Ἑν ἐκ τριῶν, καὶ ἑνὸς τρία ταῦτα νόμιζε.

Ἀριθμέειν με διδάσκεις (questa è la profana risposta di Critia) Καὶ ὅρκος ἡ ἀριθμητική, οῦκ οἶδα γὰρ τί λέγεις, ἐν τρία, τρία ἐν.

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Secondo Giustino Martire (Apolog. major. c. 70. 85), il demonio, che aveva qualche imperfetta cognizione delle profezie, aveva finto a bella posta questa somiglianza, che potesse rimuovere, quantunque con diversi mezzi, tanto il Popolo che i Filosofi dall'abbracciar la fede di Cristo.

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Nel primo e secondo libro d'Origene, Celso tratta la nascita e il carattere del nostro Salvatore col più empio disprezzo. L'oratore Libanio loda Porfirio e Giuliano per aver confutato la follia di una setta, che ad un uomo di Palestina morto dava il nome di Dio, e di figlio di Dio. Socrat. Hist. Eccl. III. 23.

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L'Imperator Traiano ricusò la permissione di lasciar formare una compagnia di 150 spegnitori d'incendj per uso della città di Nicomedia. Egli non gradiva qualunque associazione. Vedi Plin. Epist. X. 42, 43.

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Il Proconsole Plinio avea pubblicato un editto generale contro le adunanze illegittime. La prudenza de' Cristiani fece sospender le loro Agapi, ma era impossibile ch'essi omettessero l'esercizio del culto pubblico.

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Siccome le profezie dell'Anticristo, del prossimo abbruciamento del mondo ec. irritavano que' Pagani, che non convertivano, se ne faceva menzione con cautela e riserva, e furono censurati i Montanisti per aver troppo liberamente svelato il pericoloso segreto. Vedi Mosem. p. 413.

17

Neque enim dubitabam, quodcumque esset quod faterentur (queste sono le parole di Plinio), pervicaciam certe et inflexibilem obstinationem debere puniri.

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Vedasi


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