Quasi morta. Блейк Пирс

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Quasi morta - Блейк Пирс


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che passava il convento, e lei aveva disperato bisogno di rimanere in città per un po’. Dopo tutto, Tim il barista poteva ricordarsi il nome del paese in cui viveva Jacqui in qualunque momento.

      Vivere sul luogo di lavoro avrebbe significato non dover disturbare gli altri viaggiatori, e Cassie non avrebbe rischiato di avere un’altra spaventosa esperienza in città, simile a quella della sera prima con Vadim.

      Inoltre avrebbe lavorato per una donna. Una donna divorziata. Cassie poteva assicurarsi che ciò fosse vero, prima di prendere una decisione. Non voleva lavorare nuovamente per un uomo. Non sembrava nemmeno che ce ne fosse uno nella casa, solo la donna e le due bambine.

      Poteva chiedere. Non c’era niente di male nello scoprire qualcosa di più, giusto?

      Ciononostante, ricordandosi delle sue esperienze precedenti, Cassie digitò il numero con apprensione.

      La chiamata fu connessa, e il telefono continuò a squillare, facendo aumentare il nervosismo di Cassie secondo dopo secondo.

      Infine, vi fu una risposta.

      “Buongiorno”, disse una voce di donna, che sembrava senza fiato.

      Desiderando di aver avuto il tempo di studiare il suo frasario, Cassie rispose nervosamente.

      “Good morning”.

      “Questo è il telefono della Signora Rossi, sono Abigail. Come posso aiutarla?” continuò la donna, in un perfetto inglese. Probabilmente madrelingua, pensò Cassie.

      Cercò di tenere a bada il nervosismo e parlò con sicurezza.

      “Chiamo per l’annuncio di lavoro. Posso parlare con Ottavia Rossi?”

      “Il lavoro? Attenda in linea. La Sig.ra Rossi è in riunione”.

      Cassie udì la donna parlare con un’altra persona. Un attimo dopo, era di nuovo in linea.

      “Mi spiace molto, ma il lavoro è già stato assegnato”.

      “Oh”. Cassie si sentì stupita e avvilita. Non era sicura di cosa dire, ma la donna prese questa decisione per lei.

      “Arrivederci”, disse, e chiuse la telefonata.

      CAPITOLO CINQUE

      Cassie non riusciva a comprendere come mai il lavoro come ragazza alla pari non fosse più disponibile, dato che era stato appena pubblicizzato. Era un po’ dispiaciuta che quell’opportunità di lavoro fosse già sfumata prima di riuscire a fare un colloquio.

      Ora non aveva idea di cosa fare. Era tentata di salire in macchina e guidare una o due ore in una direzione a caso, sperando in qualche modo di avvicinarsi a sua sorella o persino, miracolosamente,  di arrivare nella stessa città.

      Cassie sapeva che in quel Paese così popolato, tempestato di paesi e villaggi di tutte le dimensioni, ciò non era solo improbabile, ma impossibile.

      Aprì il baule, frugò nella propria valigia, ed estrasse le pillole che aveva saltato la notte precedente, più la sua dose mattutina.

      Poi, seduta in auto, le assunse e telefonò alla sua amica Jess.

      Cassie aveva trascorso una settimana di vacanza con Jess tra Natale e Capodanno. I datori di lavoro di Jess le avevano dato qualche giorno libero e dei soldi per viaggiare, e lei aveva invitato Cassie ad accompagnarla a Edimburgo.

      Jess aveva pagato per l’alloggio, e Cassie aveva guidato. Avevano affittato un appartamento in periferia, trascorso le giornate a girare per la città, e le serate a far festa. In quel periodo, avevano avuto modo di chiacchierare, perciò Jess sapeva bene ciò che Cassie aveva passato, e la sconvolgente verità in merito ai suoi ultimi due lavori.

      “Ehi, straniera!” Jess rispose quasi subito. “Hai trovato tua sorella?”

      “Non ancora. Ho trovato qualcuno che le ha parlato di recente. Ha detto che stava in un paese ad un’ora o due da Milano, ma non riusciva a ricordarne il nome”.

      “Oh, no”. Jess pareva inorridita. “È come – così vicino, ma così lontano. Ora che farai?”

      “Voglio provare a restare qui per qualche settimana, perché il ragazzo mi ha detto che se dovesse ricordarsi, mi farà sapere. Ho chiamato per un lavoro come ragazza alla pari, ma è già stato assegnato. Conosci qualcuno a Milano o in Italia, che potrebbe aver bisogno di aiuto?”

      Cassie rispettava molto la capacità che Jess aveva di crearsi degli agganci. Era stato grazie a lei che aveva ottenuto il suo ultimo lavoro, anche se poi non era andato a finire bene; ed era sempre grazie alle conoscenze di Jess che erano riuscite ad affittare il loro appartamento per le vacanze ad un prezzo modesto.

      “A Milano?” Jess suonò pensosa.

      “Oppure ovunque nei dintorni”, le ricordò Cassie, sperando di ampliare la rete.

      Jess sospirò.

      Non così su due piedi. Milano è nel nord dell’Italia, vero?”

      “Sì”.

      “Perciò anche qualcosa in Svizzera, o nel sud della Germania andrebbe bene, giusto? Non credo tu voglia tornare in Francia al momento”.

      O mai più, pensò Cassie.

      “Preferirei restare lontano dalla Francia”.

      “Lasciami chiedere. Stanno andando tutti a sciare al momento e i miei datori di lavoro conoscono alcune persone che hanno un resort sciistico. Potresti lavorare come donna delle pulizie nello chalet. La paga non è eccellente, ma puoi sciare gratis”.

      “Chiediglielo, per favore”, disse Cassie.

      “Nel frattempo, assilla il ragazzo che ha parlato con tua sorella”, le consigliò Jess. “Non essere timida. Digli di sedersi con una mappa di fronte e guardare il nome di tutti i paesi finché non gli torna in mente quello giusto”.

      Jess rise, e Cassie si ritrovò a ridere insieme a lei.

      “Devo scappare”, disse Jess. “Appuntamento dal dentista. Per i bambini, non per me. Ci sentiamo, Cassie, in bocca al lupo!”

      Non appena Cassie riagganciò, il suo telefono squillò di nuovo. Era Abigail, la donna che le aveva risposto quando aveva chiamato per il lavoro come ragazza alla pari.

      “Pronto, sto parlando per conto della Sig.ra Rossi. Prima ha chiamato per un lavoro, giusto?”

      “Sì, esatto”.

      “Per cortesia, può dirmi di che lavoro si trattava? Era quello da stilista junior, o era per il ruolo di ragazza alla pari?”

      “Era per la ragazza alla pari”.

      “Prego, resti un secondo in linea”.

      La donna sembrava ansiosa, e Cassie potè udire una conversazione bisbigliata in sottofondo.

      Pochi attimi dopo, parlò di nuovo.

      “Mi perdoni. La prego di accettare le mie scure. Non sapevo del lavoro come ragazza alla pari. La Sig.ra Rossi mi ha confermato che questa posizione è ancora disponibile, e che è quella dello stilista che è stata chiusa. Mi ha detto di chiederle se è ancora interessata”.

      “Sì. Sì, lo sono”.

      “La Sig.ra Rossi sarà disponibile per dei colloqui oggi pomeriggio a casa sua, dalle 14.30 in poi. Il primo candidato che avrà successo verrà assunto, e dovrà iniziare immediatamente. Posso mandarle un messaggio con l’indirizzo?”

      “Certo”, disse Cassie, sentendosi nuovamente preoccupata. Sembrava che avrebbe dovuto decidere su due piedi se il lavoro fosse giusto per lei o meno. Si chiese come fossero le bimbe, e il solo pensiero le fece venire la nausea per il nervosismo.

      Decise che non avrebbe potuto accettare il lavoro senza conoscere le bambine. Erano loro le persone con cui avrebbe dovuto trascorrere le giornate. La madre sembrava una donna abbiente, e nonostante la sua poca esperienza, pensava che i bambini fossero viziati o trascurati.

      Quando il telefono vibrò nuovamente, e Cassie ricevette le indicazioni, decise di recarsi immediatamente sul posto.

      Dopo


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