Lirica. Annie Vivanti

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Lirica - Annie Vivanti


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Nel mio codice poetico c'è questo articolo: — Ai preti e alle donne è vietato far versi. — Per i preti no, ma per Lei l'ho abrogato.

       La sua poesia, Signorina, è ciò che è (io non prendo dai critici la pretesa di imporre gli argomenti e il modo di trattarli), ma poesia è; quale dee quasi fatalmente prorompere da un temperamento di femmina lirico (caso rarissimo). E per la immediatezza della rappresentazione e per la verginità dell'espressione mi piace molto. Ciò che nel mestiere del verseggiare italiano dicesi con neologismo pedantesco la forma — un che di postumo al concetto, per lo più, un che di appiccicato, tra la posa e la smorfia, — a Lei manca. A Lei, la fisonomia dell'immagine, la tempera del colorito, la qualità della frase e l'andamento del verso vengono e spirano col movimento del fantasma e della passione che Le dan la poesia. Tutto ciò è sempre bene? Io so e Le dico che molte volte mi rapisce.

       E Le bacio la mano.

      Bologna, 19 febbraio 1890.

      Giosuè Carducci.

      Die Engel, die nennen es Himmelsfreud',

      Die Teufel, die nennen es Höllenleid,

      Die Menschen, die nennen es Liebe.

      H. Heine.

       Indice

      O Mondo, vecchia guardia doganale,

      Farai l'obbligo tuo da buon cristiano:

      Giusta e severa sia la tua condanna,

      Chè non ti voglio dar la buona mano!

      Sono in contravvenzione, o Mondo astuto.

      Volea truffarti con la merce mia:

      Non è tabacco, sigari o liquori,

      Nulla di spiritoso: è poesia!

      Il Mondo ha spalancato i suoi mille occhi,

      E “Chi sei tu?„ mi grida: e “cosa fai?

      Dimmi la fede tua, l'età, la patria,

      Che cerchi, donde vieni e dove vai!„

      Del mio paese chiedi? Io ti rispondo:

      Non ho paese: è mia tutta la terra!

      La patria mia qual'è? Mamma è tedesca,

      Babbo italiano, io nacqui in Inghilterra.

      E quale la mia fede? Io vado a messa;

      La musica mi edifica e ricrea;

      Ma sono battezzata protestante,

      Di nome e di profilo sono ebrea.

      Chiedi dell'età mia? quasi ho vent'anni.

      E quale la mia meta? Ancor l'ignoro.

      Che cerco? Nulla. Attendo il mio destino,

      E rido e canto e piango e m'innamoro.

      E cielo e terra, paradiso e inferno

      Sfioro coll'ali della fantasia!

      Non chieder altro. — Impetuosa e strana

      Per nuove vie fugge la vita mia.

      Fugge nel buio e crede nella luce.

      L'anima fiduciosa e calma e forte

      Ispirata mi guida. A che? — Si vive.

      Quel gran problema scioglierà la morte.

       Indice

      Non voglio più cantare i vecchi amori,

      L'eterno aprile ed il chiaror di luna.

      Ho in uggia il cielo azzurro e gli astri e i fiori,

      La brezza, le barchette e la laguna!

      Odio le serenate, i mandolini,

      Le dame bionde e i pallidi garzoni,

      Quella folla di tristi fantoccini,

      Popolo da sonetti e da canzoni.

      Io voglio un nuovo canto audace e forte,

      Disdegnoso di regole e di rime,

      Voglio l'amor che rida della morte,

      Voglio del genio la pazzìa sublime!

      E se tu m'ami dell'amor ch'io voglio

      Baciami sulla bocca in faccia al sole,

      Fatti dell'amor tuo scudo ed orgoglio

      E la pugna sottentri alle parole!

      Col nuovo inno d'amor che vibra e freme

      E schiude il cielo all'anima rapita,

      Tenendoci per mano, andiamo insieme

      A vincer la battaglia della vita!

       Indice

      Egli mi disse: “Quanto sei mutata!

      Come hai gracile il corpo e il viso gramo!

      Dimmi che fai, fatale e sventurata?

      Io gli risposi: — T'amo! —

      Egli rise e mi disse: “Ti rammenti

      Come fu intenso e breve il nostro ardore?

      Come fur fuggitivi e risplendenti

      Giorni e notti d'amore?„

      Egli rise e mi disse: “Ti rammenti

      La nuova amante mia? l'altro tuo damo?

      Le tue menzogne ed i miei tradimenti?

      Io gli risposi: — T'amo! —

      Egli mi disse: “Addio. Oggi e in eterno

      Si disgiungon le vie che noi seguiamo.

      S'io ti rivegga mai, sia nell'inferno!„

      Ed io gli dissi: — T'amo! —

      Egli mi disse: “Demone morente

      E maledetto, lévati e va via!

      Vada in oblìo sepolta eternamente

      La tua viltade e mia!

      “O grigio, o sonnolento, o grave Oblìo,

      A ottenebrar la mente oggi ti chiamo:

      Strappa costei dal desiderio mio!„

      Ed io gli dissi: — T'amo! —

      Egli guardommi: un brivido lo scosse.

      Lento levò la mano, e sulla faccia

      Sulla pallida faccia mi percosse! —

      — T'amo! — E gli aprii le braccia.

      * * *

      Stretti ora l'uno all'altro e silenziosi

      Seguiam la via che mena a perdizione,

      E ci brucia negli occhi desïosi

      La struggente passione.

      Egli talor mi guarda spaventato:

      — “Come hai gracile il corpo e il viso gramo!„

      Io lo fisso nel volto appassionato

      E gli sospiro: — T'amo.


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