Orlando Furioso. Lodovico Ariosto
Читать онлайн книгу.si colca e lieva, e non può uscir d'impaccio;
così fuor del suo antico almo soggiorno
l'orca tratta per forza di quel braccio,
con mille guizzi e mille strane ruote
segue la fune, e scior non se ne puote.
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Di bocca il sangue in tanta copia fonde,
che questo oggi il mar Rosso si può dire,
dove in tal guisa ella percuote l'onde,
ch'insino al fondo le vedreste aprire;
ed or ne bagna il cielo, e il lume asconde
del chiaro sol: tanto le fa salire.
Rimbombano al rumor ch'intorno s'ode,
le selve, i monti e le lontane prode.
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Fuor de la grotta il vecchio Proteo, quando
ode tanto rumor, sopra il mare esce;
e visto entrare e uscir de l'orca Orlando,
e al lito trar sì smisurato pesce,
fugge per l'alto oceano, obliando
lo sparso gregge: e sì il tumulto cresce,
che fatto al carro i suoi delfini porre,
quel dì Nettuno in Etiopia corre.
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Con Melicerta in collo Ino piangendo,
e le Nereide coi capelli sparsi,
Glauci e Tritoni, e gli altri, non sappiendo
dove, chi qua chi là van per salvarsi.
Orlando al lito trasse il pesce orrendo,
col qual non bisognò più affaticarsi;
che pel travaglio e per l'avuta pena,
prima morì, che fosse in su l'arena.
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De l'isola non pochi erano corsi
a riguardar quella battaglia strana;
i quai da vana religion rimorsi,
così sant'opra riputar profana:
e dicean che sarebbe un nuovo torsi
Proteo nimico, e attizzar l'ira insana,
da farli porre il marin gregge in terra,
e tutta rinovar l'antica guerra;
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e che meglio sarà di chieder pace
prima all'offeso dio, che peggio accada;
e questo si farà, quando l'audace
gittato in mare a placar Proteo vada.
Come dà fuoco l'una a l'altra face,
e tosto alluma tutta una contrada,
così d'un cor ne l'altro si difonde
l'ira ch'Orlando vuol gittar ne l'onde.
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Chi d'una fromba e chi d'un arco armato,
chi d'asta, chi di spada, al lito scende;
e dinanzi e di dietro e d'ogni lato,
lontano e appresso, a più poter l'offende.
Di sì bestiale insulto e troppo ingrato
gran meraviglia il paladin si prende:
pel mostro ucciso ingiuria far si vede,
dove aver ne sperò gloria e mercede.
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Ma come l'orso suol, che per le fiere
menato sia da Rusci o da Lituani,
passando per la via, poco temere
l'importuno abbaiar di picciol cani,
che pur non se li degna di vedere;
così poco temea di quei villani
il paladin, che con un soffio solo
ne potrà fracassar tutto lo stuolo.
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E ben si fece far subito piazza
che lor si volse, e Durindana prese.
S'avea creduto quella gente pazza
che le dovesse far poche contese,
quando né indosso gli vedea corazza,
né scudo in braccio, né alcun altro arnese;
ma non sapea che dal capo alle piante
dura la pelle avea più che diamante.
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Quel che d'Orlando agli altri far non lece,
di far degli altri a lui già non è tolto.
Trenta n'uccise, e furo in tutto diece
botte, o se più, non le passò di molto.
Tosto intorno sgombrar l'arena fece;
e per slegar la donna era già volto,
quando nuovo tumulto e nuovo grido
fe' risuonar da un'altra parte il lido.
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Mentre avea il paladin da questa banda
così tenuto i barbari impediti,
eran senza contrasto quei d'Irlanda
da più parte ne l'isola saliti;
e spenta ogni pietà, strage nefanda
di quel popul facean per tutti i liti:
fosse iustizia, o fosse crudeltade,
né sesso riguardavano né etade.
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Nessun ripar fan gl'isolani, o poco;
parte, ch'accolti son troppo improviso,
parte, che poca gente ha il picciol loco,
e quella poca è di nessun aviso.
L'aver fu messo a sacco; messo fuoco
fu ne le case: il populo fu ucciso:
le mura fur tutte adeguate al suolo:
non fu lasciato vivo un capo solo.
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Orlando, come gli appertenga nulla
l'alto rumor, le strida e la ruina,
viene a colei che su la pietra brulla
avea da divorar l'orca marina.
Guarda, e gli par conoscer la fanciulla;
e più gli pare, e più che s'avicina:
gli pare Olimpia: ed era Olimpia certo,
che di sua fede ebbe sì iniquo merto.
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Misera Olimpia! a cui dopo lo scorno
che gli fe' Amore, anco Fortuna cruda
mandò i corsari (e fu il medesmo giorno),
che la portaro all'isola d'Ebuda.
Riconosce ella Orlando nel ritorno
che fa allo scoglio: ma perch'ella è nuda,
tien basso il capo; e non che non gli parli,
ma gli occhi non ardisce al viso alzarli.
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