Il Libro di Urantia. Urantia Foundation

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Il Libro di Urantia - Urantia Foundation


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benevolo, compassionevole per natura e perpetuamente misericordioso. Non è mai necessaria alcuna influenza per indurre il Padre a mostrare la sua affettuosa benevolenza. Il bisogno delle creature è completamente sufficiente ad assicurare il pieno flusso dell’amorevole misericordia del Padre e della sua grazia salvifica. Poiché Dio sa tutto dei suoi figli, è facile per lui perdonare. Più un uomo comprende il suo prossimo, più gli sarà facile perdonarlo ed anche amarlo.

      2:4.3 (38.3) Solo il discernimento di una saggezza infinita permette ad un Dio retto di somministrare giustizia e misericordia nello stesso tempo ed in ogni data situazione dell’universo. Il Padre celeste non è mai turbato da comportamenti contrastanti verso i suoi figli dell’universo; Dio non è mai vittima di atteggiamenti contraddittori. L’onniscienza di Dio dirige infallibilmente il suo libero arbitrio nella scelta di quella condotta nell’universo che soddisfa perfettamente, simultaneamente ed equamente le esigenze di tutti i suoi attributi divini e le qualità infinite della sua natura eterna.

      2:4.4 (38.4) La misericordia è il prodotto naturale ed inevitabile della bontà e dell’amore. La natura buona di un Padre amorevole non potrebbe rifiutare il saggio ministero di misericordia verso ciascun membro di ogni gruppo di suoi figli dell’universo. La giustizia eterna e la misericordia divina unite costituiscono ciò che nell’esperienza umana sarebbe chiamata equità.

      2:4.5 (38.5) La misericordia divina rappresenta una tecnica equa di aggiustamento tra i livelli di perfezione e d’imperfezione dell’universo. La misericordia è la giustizia della Supremazia adattata alle situazioni del finito in evoluzione, la rettitudine dell’eternità modificata per soddisfare gl’interessi superiori ed il benessere universale dei figli del tempo. La misericordia non è una violazione della giustizia, ma piuttosto un’interpretazione indulgente delle esigenze della giustizia suprema, qual è applicata con equità agli esseri spirituali subordinati e alle creature materiali degli universi in evoluzione. La misericordia è la giustizia della Trinità del Paradiso applicata con saggezza ed amore alle molteplici intelligenze delle creazioni del tempo e dello spazio, così come viene formulata dalla saggezza divina e determinata dalla mente onnisciente e dal libero arbitrio sovrano del Padre Universale e di tutti i suoi Creatori associati.

      2:5.1 (38.6) “Dio è amore”; perciò il suo unico atteggiamento personale verso gli affari dell’universo è sempre una reazione di divino affetto. Il Padre ci ama a tal punto da conferirci la sua vita. “Egli fa levare il suo sole sul cattivo e sul buono e manda la pioggia sul giusto e sull’ingiusto.”

      2:5.2 (39.1) È sbagliato credere che Dio sia indotto ad amare i suoi figlioli a causa dei sacrifici dei suoi Figli o dell’intercessione delle sue creature subordinate, “perché il Padre stesso vi ama”. È in risposta a questo affetto paterno che Dio manda i meravigliosi Aggiustatori a dimorare nelle menti degli uomini. L’amore di Dio è universale; “chiunque lo voglia può venire”. Egli vorrebbe “vedere tutti gli uomini salvati per essere giunti alla conoscenza della verità”. Egli “desidera che nessuno perisca”.

      2:5.3 (39.2) I Creatori sono i primi a tentare di salvare l’uomo dai disastrosi risultati della sua folle trasgressione delle leggi divine. Per sua natura l’amore di Dio è un affetto paterno, quindi talvolta egli “ci castiga a nostro profitto, affinché possiamo partecipare della sua santità”. Anche nel corso delle vostre più ardue prove ricordatevi che “in tutte le nostre afflizioni egli è afflitto con noi”.

      2:5.4 (39.3) Dio è divinamente benevolo con i peccatori. Quando dei ribelli tornano alla rettitudine, sono accolti con misericordia, “perché il nostro Dio perdonerà abbondantemente”. “Io sono colui che cancella le vostre trasgressioni per il mio stesso bene, e non mi ricorderò dei vostri peccati.” “Vedete quale genere d’amore il Padre ci ha accordato affinché siamo chiamati i figli di Dio.”

      2:5.5 (39.4) Dopotutto, la più grande prova della bontà di Dio e la ragione suprema per amarlo è il dono del Padre che dimora in voi — l’Aggiustatore che attende così pazientemente l’ora in cui lui e voi sarete uniti per l’eternità. Benché voi non possiate trovare Dio mediante la ricerca, se vi sottometterete alle direttive dello spirito interiore sarete infallibilmente guidati passo dopo passo, vita dopo vita, di universo in universo e di era in era, fino a che vi troverete in presenza della personalità paradisiaca del Padre Universale.

      2:5.6 (39.5) Quanto sareste irragionevoli a non adorare Dio perché i limiti della natura umana e gli ostacoli della vostra creazione materiale v’impediscono di vederlo. Tra voi e Dio c’è un’enorme distanza (spazio fisico) da attraversare. Esiste inoltre un grande abisso di differenza spirituale da colmare. Ma nonostante tutto ciò che vi separa fisicamente e spiritualmente dalla presenza paradisiaca personale di Dio, soffermatevi a riflettere sul fatto solenne che Dio vive in voi; a suo modo egli ha già gettato un ponte sull’abisso. Ha inviato qualcosa di se stesso, il suo spirito, a vivere in voi e a faticare con voi mentre proseguite la vostra carriera eterna nell’universo.

      2:5.7 (39.6) Io trovo facile e piacevole adorare colui che è così grande e al tempo stesso così affettuosamente dedito al ministero di elevazione delle sue creature inferiori. Io amo spontaneamente colui che è così potente nella creazione e nel controllo di essa e tuttavia così perfetto in bontà e così fedele nell’affettuosa benevolenza di cui ci ricopre costantemente. Credo che amerei altrettanto Dio anche se non fosse così grande e potente, purché fosse così buono e misericordioso. Noi tutti amiamo il Padre più per la sua natura che in riconoscimento dei suoi stupefacenti attributi.

      2:5.8 (39.7) Quando osservo i Figli Creatori ed i loro amministratori subordinati lottare così validamente con le molteplici difficoltà del tempo insite nell’evoluzione degli universi dello spazio, scopro che nutro per questi governanti minori degli universi un grande e profondo affetto. Dopotutto, penso che noi tutti, inclusi i mortali dei regni, amiamo il Padre Universale e tutti gli altri esseri divini od umani perché discerniamo che queste personalità ci amano veramente. L’esperienza di amare è in gran misura una risposta diretta all’esperienza di essere amati. Sapendo che Dio mi ama, io dovrei continuare ad amarlo sommamente, anche se fosse privo di tutti i suoi attributi di supremazia, di ultimità e di assolutezza.

      2:5.9 (40.1) L’amore del Padre ci segue ora e per tutto il ciclo senza fine delle ere eterne. Quando meditate sulla natura amorevole di Dio, c’è una sola reazione della personalità ragionevole e naturale: amerete sempre di più il vostro Creatore; renderete a Dio un affetto analogo a quello di un figlio per un genitore terreno, perché come un padre, un padre reale, un vero padre, ama i suoi figli, così il Padre Universale ama i figli e le figlie che ha creato e cerca sempre il loro benessere.

      2:5.10 (40.2) Ma l’amore di Dio è un affetto di genitore intelligente e previdente. L’amore divino opera in associazione unificata con la saggezza divina e con tutte le altre caratteristiche infinite della natura perfetta del Padre Universale. Dio è amore, ma l’amore non è Dio. La più grande manifestazione dell’amore divino per gli esseri mortali si riscontra nel conferimento degli Aggiustatori di Pensiero, ma per voi la più grande rivelazione dell’amore del Padre si vede nella vita di conferimento di suo Figlio Micael, nel modo in cui egli visse sulla terra la vita spirituale ideale. È l’Aggiustatore residente che individualizza l’amore di Dio per ogni anima umana.

      2:5.11 (40.3) Talvolta sono quasi addolorato di essere costretto a descrivere l’affetto divino del Padre celeste per i suoi figli dell’universo utilizzando il simbolo verbale umano amore. Questo termine, pur connotando il concetto umano più elevato delle relazioni di rispetto e devozione dei mortali, è impiegato così spesso per designare una quantità tale di rapporti umani che è del tutto ignobile ed assolutamente sconveniente che sia designato con un qualsiasi vocabolo che è anche usato per indicare l’affetto ineguagliabile del Dio vivente per le sue creature dell’universo! Che peccato che io non possa servirmi di un termine celeste ed esclusivo che possa trasmettere alla mente dell’uomo la vera natura ed il significato squisitamente bello dell’affetto divino del Padre del Paradiso.

      2:5.12 (40.4) Quando gli uomini perdono di vista l’amore di un Dio personale, il regno


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