Voglio Succhiarti Il.... Gemma Cates

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Voglio Succhiarti Il... - Gemma Cates


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      Voglio Succiasti Il…

      Gemma Cates

      VOGLIO SUCCHIARTI IL…

      Storia d’amore quasi umana di una vampira

      Titolo originale: I wanna suck your…

      Traduttore: Roberto Felletti

      Indice

       Introduzione

       Capitolo 1

       Capitolo 2

       Capitolo 3

       Capitolo 4

       Capitolo 5

       Capitolo 6

       Capitolo 7

       Capitolo 8

       Capitolo 9

       Capitolo 10

       Capitolo 11

       Capitolo 12

       Capitolo 13

       Capitolo 14

       Epilogo

       Fine

       Ringraziamenti

       Titolo Originale

       Note

       L’autore

      Introduzione

       Voglio succhiarti il…

      Sangue. Sono una vampira. Dai.

      Poi ho conosciuto Simon e non ho potuto fare a meno di pensare: forse sto cercando qualcosa di più che un po’ di nutrimento.

      Lui è un podista e osserva una rigida dieta.

      Io mangio patatine e queso1 come piatto principale.

      Lui è puntuale.

      Io penso che cinque minuti di ritardo significhi puntualità.

      Lui è un ingegnere.

      Io racconto storie per guadagnarmi da vivere.

      Lui è umano.

      Io no.

      Una vampira misantropa (io) conosce un umano restìo a impegnarsi (lui) e volano scintille. Ma umani e vampiri non intrecciano relazioni… giusto?

       Avviso dell’autrice: questo libro comprende bravate erotiche tra vampiri e umani, un numero sufficiente di parole osé da far arrossire qualcuno (non io) e una vampira che segretamente (in fondo, in fondo, molto in fondo) desidera essere amata.

      1

      “Ho sempre desiderato fare sesso con una vampira.”

      “Scusa… cosa?” Tiro giù il cappuccio del mio costume da Cappuccetto Rosso e fisso l’ubriaco aspirante Jon Snow in piedi davanti a me.

      Per poco non dico, “Non sono una vampira.” Però quella sarebbe stata una bugia mostruosa, e sebbene mi possa piacere succhiare un po’ di sangue da un’occasionale vittima consenziente, non racconto bufale. È una linea arbitraria da tracciare, ma è mia.

      Mi mostra i denti di plastica. “Invece ho scelto di venire vestito da vampiro.”

      Um… okay, Jon Snow vampiresco.

      Dick – nome che gli si addice per la serata visto che ne interpreta la parte1 – è abbastanza ubriaco da pensare di essere comico.

      Già. Dick è un vincente.

      Perché sono di nuovo qui? Oh, giusto. Me l’ha fatto fare Megan. Accidenti a lei. Sa che odio le persone. Non nel senso umani versus vampiri. Sono una odiatrice dalle pari opportunità. I gruppi, che siano composti di umani o vampiri, mi ripugnano allo stesso modo.

      Sono giunta a questa conclusione dopo ripetute osservazioni. Dick è semplicemente l’ultimo di un lungo elenco di persone fastidiose che fanno cose fastidiose.

      È il momento di girare i tacchi, scansarmi e scappare. Di solito funziona bene con i tizi ubriachi, perché gli uomini ubriachi sono lenti.

      Inoltre sono una vampira. Una predatrice. Sono veloce, agile, scattante.

      Di solito.

      “Oof.” Tutta l’aria che ho nei polmoni viene fuori con uno sbuffo rumoroso quando mi giro e finisco contro un muro d’uomo.

      Un uomo da leccarsi i baffi. Più alto di me di parecchi centimetri, nonostante per stasera abbia optato per i miei stivali da zoccola con tacco pieno da sette centimetri e mezzo, che mi fanno arrivare a 1,80. Mi piace svettare sulle persone basse, ma finendo contro quei muscoli saldi ho deciso che anche questo può funzionare.

      Inspiro. Già, lo faccio, perché lui ha un paradisiaco profumo eccitante, piccante, di pulito e maschile… e umano.

      No. Non mi faccio gli umani. Perché preoccuparsene? Non che possa venirne fuori qualcosa, e poi ci sono moltissimi vampiri felici di divertirsi con me.

      Soltanto quando mi muovo mi rendo conto dell’umano dal profumo unicamente delizioso aggrappato alle mie braccia con le sue grosse mani. Tutto ciò che gli serve per farmi dimenticare ancora di più che è umano è un po’ di barbetta e una voce profonda.

      Un passo indietro, poi un altro. Ce ne vogliono tre prima di entrare in contatto visivo con lui senza allungare il collo.

      E poi c’è la barba. Accidenti a te, Megan, per avermi fatto venire a questa stupida festa di Halloween. Che genere di vampiro del cavolo si butta in una festa mista di Halloween? Chi vuole mescolarsi con i propri snack?

      Megan. Ecco chi.

      “Cappuccetto Rosso. Carino.”

      Mi viene voglia di pugnalare la mia migliore amica. Non al cuore, ma per quello si merita un’enorme ferita alla gamba.

      Oltre un metro e ottanta di muscoli slanciati, torace largo, un po’ di barba biondo scuro sopra un profilo del mento spigoloso, mani grosse e una profonda voce vellutata.

      E umana.

      So


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