Voglio Succhiarti Il.... Gemma Cates
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E bam! Sono ubriaca. Così, all’improvviso.
Ad essere sincera, dopo sei shot e tre margarita non si può parlare esattamente di ubriachezza improvvisa. Ma il tempo, con Simon, è volato. Tuttavia, per quanto tempo ci metta un’eccitata vampira misantropa a bere sei shot e tre margarita, quello è stato il tempo che mi ci è voluto per cadere in preda al desiderio di Simon Fullerton, ingegnere, podista, camicia nei pantaloni, e tizio la cui presenza non mi infastidisce oltre la soglia di tolleranza.
L’ultimo aspetto è stato un po’ uno shock.
Continuo ad aspettarmi che le parole successive che usciranno dalla sua bocca siano quelle che fanno pendere l’ago della bilancia verso “e adesso voglio baciarti”.
Ma continua a non succedere.
E questo da parte di uno che indossa una camicia stirata a una festa di Halloween. Devo chiederglielo. “Non sei in costume, vero?”
“No.” Il suo sorriso diventa imbarazzato. “Mi vesto così.”
Jeans in buone condizioni che calzano molto bene sul suo culo sodo, una camicia stirata, tesa sul petto robusto e infilata ordinatamente dentro i jeans, cintura abbinata alle scarpe e l’occasionale capolino dei calzini coordinati con la camicia. Non è un tipo alla moda. Sta bene, ma ho l’impressione che sia uno che non si preoccupa molto dell’abbigliamento. I vestiti gli stanno bene, sono in buone condizioni e tutti abbinati tra loro, in un certo senso.
Simon ha sorprendentemente messo in chiaro che mi circondo di uomini immaturi. Ho compiuto trent’anni e, a livello subconscio, mi aspetto che gli uomini che mi circondano agiscano in maniera differente. Rivelazione: non è così. Molti di loro continuano a indossare logore magliette a strisce e jeans sbiaditi. Oppure jeans aderenti. Oppure pantaloncini con le infradito. Benvenuti nella vita di un creativo, piena di altri creativi.
Ma Simon non corrisponde a quell’immagine. Non è un creativo. Indossa abiti da adulto… che apparentemente stira da sé. E io continuo a non trovarlo fastidioso.
È colpa del sorriso imbarazzato di Simon quello che sta per succedere.
Anche degli alcolici, ma è il sorriso che in realtà preme i miei pulsanti.
Attenzione, attenzione. Pericolo in vista. Vampira ubriaca a una festa con un ragazzo umano sexy.
L’avviso è per gli altri.
Mi sporgo, avvolgo la sua nuca con la mano (non semplicemente per evitare di cadere) e alzo il mento.
Due occhi blu molto interessanti guardano in giù verso di me.
E poi lui mi bacia.
2
Scopro che sei shot e tre margarita - o per lui è stato soltanto un margarita? - non rappresentano tequila sufficiente per Simon per dimenticarsi di essere a una festa circondato da colleghi di lavoro.
E questo di lui mi piace. Non è un coglione, non è Dick.
Dea, cos’altro c’è da scoprire, che mi piace, di questo tizio? Ho bisogno che mi infastidisca, e presto.
Ma dopo un banale bacio, una toccatina molto bella e poi avermi mordicchiato le labbra, Simon mi sussurra vicino all’orecchio, “C’è un posto dove possiamo andare senza imbatterci nella moglie del mio capo vestita da diavolo sexy?”
Mi piace il fatto che sia stato ad alcune feste in casa di Megan e non sappia dove trovare un po’ di intimità. Potrei far finta che lui non sia il tipo di ragazzo che fa sesso occasionale con estranei alle feste.
Il che è strano, perché, senza giudicare, se a un ragazzo o a una ragazza piace fare sesso con degli estranei, che lo facciano. Usate precauzioni, ottenete il consenso e tutto il resto, ma fondamentalmente io sono a favore di voi che vi fate da soli o di lui che si fa lei o di lui che si fa lui o di lei che si fa lei. Quello che vi pare, a me non importa.
Quindi perché dovrei preoccuparmi se Simon, abitualmente, si fa o non si fa qualcuno alle feste aziendali?
Anziché rispondere alla sua domanda, gli afferro la mano e me lo trascino dietro. Fino alla camera di Megan. Perché qualunque cosa mi stia passando per la mente, il resto di me dice, “Sì!” e “Subito!” e anche “Dea, spero che il suo uccello sia carino quanto il resto di lui.”
Apparentemente, il resto di me è un po’ sciatto.
Poco dopo aver cominciato a dirigermi lungo il corridoio che porta alle camere da letto, Simon mi mette un braccio intorno. È una bellissima sensazione. Mi sembra di percepire la definizione del suo torace. Ma non ci riesco. Tutto ciò che percepisco è la sensazione di un uomo saldo, muscoloso che mi stringe a sé. Il resto – pettorali gonfi e addominali scolpiti – è solo frutto della mia immaginazione.
Sono quasi sicura che quello non è il tipo di festa per la quale Megan si aspetta che i partecipanti finiscano nudi per scopare sul suo letto, ma, hey, io vivo per stupire i miei amici, tutti e tre, per cui ci sto.
Non appena lui chiude la porta dietro di noi, mi blocca contro il muro e preme l’intera lunghezza del suo sexy e duro corpo contro di me. Il calore del suo respiro sul mio collo mi fa venire i brividi e mi strofino contro di lui.
Mentre le sue labbra disseminano piccoli baci lungo la colonna del mio collo, muovendosi verso l’orecchio, mi aspetto di sentire a seguire dolci cose da niente sussurrate. Okay, non esattamente. Mi aspetto di sentire sconcezze oppure mordicchiare l’orecchio.
Quello che ricevo è… “Non possiamo fare sesso.”
Aspetta – cosa? Io sto facendo sesso. Sei mesi di inazione non aiutano la situazione, ma oltretutto sono follemente, improbabilmente attratta da un uomo le cui labbra, al momento, stanno percorrendo il padiglione del mio orecchio. Spinge i suoi fianchi contro i miei. L’uomo il cui fallo rigido mi strofina proprio… nel… posto… giusto.
Gemo.
Mi sciolgo.
Mi strofino contro quel grosso cazzo.
Un attimo. Tolgo la mano dalla natica che sto palpeggiando e lo picchietto tra le costole.
“Ow.”
Non gli ho fatto male. Sono abbastanza brava nel valutare il dolore, con tutta l’esperienza che ho a bucare la carne. Deriva dal mio background vampiresco. Ma se mai ci fosse qualche dubbio, la piega divertita delle sue labbra li ha messi a tacere.
“Perché non possiamo fare sesso? Perché, per essere chiari, ci sto. Ci sto completamente.” Quando lui non coglie al volo l’occasione di passare ai fatti, perché, diciamo le cose come stanno, sono calda, aggiungo, “Con ‘completamente’, intendo che voglio il tuo uccello. Adesso.”
Quella piega divertita delle labbra si trasforma in un sorriso sexy totale. Poi lui strofina l’uccello contro di me, facendomi guaire. Mi viene da riconsiderare qualunque pensiero positivo possa avere avuto precedentemente sul caro Simon, perché comincio a pensare che possa essere sotto tortura.
Ancora una volta, comunica la brutta notizia con un roco sussurro proprio vicino al mio orecchio. “Nove drink.”
“Fanculo, cazzo, vaffancazzo.”
Questo lo fa ridere, ma va bene, perché succede che contemporaneamente mi dà un abbraccio integrale. “Penso di avere la soluzione al tuo problema.”
Occorrono alcuni secondi alle sue parole per registrarsi, perché vengo circondata dal suo pungente odore di maschio pulito e dalle sue forti braccia, entrambi i quali mi fanno strofinare il seno contro il suo petto. I miei capezzoli sono contenti, ma il mio cervello non sta funzionando.
Stare così vicina all’uomo più eccitante con cui potrei fare sesso mi scombina i pensieri. Inoltre, l’incombente privazione e la stimolazione dei capezzoli non aiutano il pensiero logico.
Quando, alla