Il Segreto Dell'Orologiaio. Jack Benton

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Il Segreto Dell'Orologiaio - Jack Benton


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se qualcuno ne fosse alla ricerca? E se Amos fosse sparito, insieme all’orologio, per nasconderlo da qualcuno?

      Slim prese la sedia dalla scrivania, la inclinò e la posizionò sotto la maniglia della porta. Non aveva mai considerato l’assenza della serratura come un problema, ma non costava nulla essere cauti.

      Si chiese se avesse dovuto dire qualcosa alla Signora Greyson, ma poi ci ripensò. L’avrebbe solamente spaventata e, in ogni caso, avrebbero cercato lui, non lei.

      A meno che, ovviamente, Amos non fosse stato ucciso. Apparentemente, la Brughiera di Bodmin e le aree circostanti erano state una regione mineraria e il terreno era disseminato di vecchie cave e condotti, molti dei quali non vennero mai mappati o identificati. Quanto poteva essere difficile disfarsi di un corpo dove nessuno l’avrebbe mai trovato?

      10

      La mattina seguente, a colazione, Slim percepì che la Signora Greyson era di buon umore, così la chiamò. In seguito alla sua richiesta, il fischiettio proveniente dalla cucina che ricordava un allegro, seppur vecchio, uccellino, si smorzò, e la donna si trascinò lì, stringendo il grembiule fra le mani come per ricordare a Slim quanto fosse una seccatura.

      “Signor Hardy… è tutto di suo gradimento?”

      Lui sorrise, punzecchiando il cibo sul piatto con la forchetta. “Certamente. Queste uova mi ricordano la mia defunta madre e tutte le delizie che preparava per me ogni giorno.”

      “Questo è un… bene. Come posso aiutarla oggi?”

      “Sono andato a Trelee ieri. Mi sono perso per la brughiera, ma una signora anziana è stata così gentile da darmi delle indicazioni. Volevo mandarle un biglietto per ringraziarla, ma temo di aver dimenticato il nome.”

      “E come dovrei saperlo io?”

      “Ha detto che viveva nella vecchia casa di Amos Birch. La Fattoria Worth. Non è che per caso conosce il nome dei nuovi proprietari?”

      “Non così nuovi, vivono lì da una dozzina d’anni.”

      Slim mantenne il sorriso, annuendo, come per incoraggiarla ad aggiungere altro.

      “Tinton,” disse la Signora Greyson. “Maggie Tinton. Immagino l’abbia incontrata in uno dei suoi giorni buoni. Una vecchia megera, quella donna. Più scontrosa di quanto lei crede che io sia.”

      I muscoli facciali di Slim in tensione iniziarono a fargli male.

      “Il marito, Trevor, è molto più gentile. Veniva a bere al Crown prima di… beh, è stato molto tempo fa.”

      “Prima di cosa?”

      La Signora Greyson srotolò il grembiule, lo aprì di scatto e fece una smorfia, come se Slim la stesse forzando ad oltrepassare un limite morale.

      “Giravano delle voci… le persone dicevano che ci avesse messo lo zampino.”

      “In cosa?”

      “Nella scomparsa di Amos.” Prima che Slim potesse rispondere, aggiunse, “Il che è ridicolo, ovviamente. I Tinton vengono da Londra. Non potevano sapere nulla sul conto di Amos. Dopotutto, Mary ha continuato a vivere là per dieci anni dopo che Amos è scomparso. I Tinton hanno solo fatto un affare.”

      “Davvero le persone credono che possano averci avuto qualcosa a che fare?”

      “Ovviamente no. Era solo uno stupido pettegolezzo, ma entrambi se ne sono risentiti e, dopo di ciò, si sono isolati dalla comunità locale.”

      “Sembra che li conosca bene.”

      “Giocavo a bridge con Maggie al circolo, ma poi ha smesso di venire e non è più tornata.”

      “Sembra quasi un’ammissione di colpa.”

      “Si erano solo offesi, tutto qua,” disse. “Si sono trasferiti qua per darsi alla classica vita di campagna da pensionati, come si vede in televisione. Penso si aspettassero una comunità di sempliciotti che li avrebbe accolti a braccia aperte e invitati alle feste di paese e a prendere il caffè a casa. Quando non hanno ottenuto ciò che volevano, si sono arresi.”

      “Ma non potrebbero in alcun modo essere legati alla scomparsa di Amos Birch?”

      La Signora Greyson scosse il capo. “In modo alcuno.”

      “Quindi cosa pensa sia successo?”

      La Signora Greyson alzò gli occhi al cielo. “Pensavo stessimo parlando della Signora Tinton?”

      “Deve domandarselo. Sembra che li conoscesse.”

      La Signora Greyson alzò le spalle e sospirò. “È scappato dalla sua famiglia. Cosa c’è da chiedersi? Amos aveva molti soldi da parte e se ne andava spesso in giro per lavoro, convegni di orologi e cose così. Vuole la mia opinione? Aveva qualche sgualdrina oltremare ed è scappato per stare con lei.”

      “Non sarebbe stato più semplice divorziare da Mary?”

      La Signora Greyson arrotolò il grembiule di nuovo. “Non ho tempo per parlare di queste cose,” disse. Mentre si girò per tornare in cucina, aggiunse, “Si goda la sua passeggiata oggi, Signor Hardy.”

      Slim continuò a guardarla, accigliato. Non sarebbe riuscito ad ottenere altre informazioni da lei, ne era sicuro, ma al menzionare un’altra donna, le guance le si erano arrossate in un modo che senz’altro non aveva visto prima.

      11

      Far visita alla biblioteca più vicina significava tornare a Tavistock. Slim si ritrovò da solo nella stanza degli archivi, studiando attentamente una pila enorme di vecchi manifesti e giornali locali, stropicciati e ingialliti dal tempo.

      Ogni cartella conteneva i settimanali di ogni anno. Come si aspettava da dei giornali di una piccola città, intrisi di pubblicità di proprietà in vendita e ditte di noleggio di macchinari agricoli, la scomparsa di Amos Birch non era stata molto spettacolarizzata. Orologiaio locale sparisce in circostanze misteriose era il titolo di uno di questi articoli, che anticipava un resoconto dei fatti così banale da risultare un ossimoro rispetto al proprio titolo, concentrandosi sulle doti ineccepibili di Amos come artigiano e sul suo passato da rispettabile contadino, non lasciando spazio alle speculazioni.

      Trovò il testo più interessante in una cartella di un giornale chiamato Tavistock Tribune:

       “Il contadino locale e rinomato orologiaio Amos Birch, di 53 anni, è scomparso la notte di giovedì 2 maggio. Ad informare la polizia della scomparsa è stata la moglie Mary, di 47 anni. Conosciuto a livello nazionale ed internazionale per i suoi sofisticati segnatempo fatti a mano, si ritiene che Amos sia uscito di casa per una passeggiata serale nella Brughiera di Bodmin e si sia perso. Fino a prova contraria, era in pieno possesso delle proprie facoltà mentali ed in buona salute, anche se, secondo la moglie, si era mostrato sempre più agitato nei giorni che hanno preceduto la scomparsa. La famiglia invita chiunque abbia qualche informazione sulla scomparsa di Amos a rivolgersi alla Devon & Cornwall Police.”

      Slim rilesse l’articolo un paio di volte, aggrottando la fronte. Agitato? Poteva significare qualsiasi cosa, ma suggeriva che Amos sapesse che qualcosa stava per accadere. Voleva dire che stava pianificando di andarsene, o che qualcosa stava per succedergli?

      Ricordandosi di una citazione che un vecchio collega dell’esercito gli aveva detto una volta, sul fatto che gli indizi di un caso spesso vengono sparpagliati molto prima del crimine stesso, tornò indietro di qualche settimana, analizzando gli articoli alla ricerca di qualunque cosa che fosse legata ad Amos Birch. Togliendo una rubrica di poche righe, più di un mese prima della scomparsa di Amos, dove gli veniva riconosciuto un premio da parte di


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