Il Quadriregio. Frezzi Federico

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Il Quadriregio - Frezzi Federico


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Ora tra lor comincia grande intenza,

       ché l'una e l'altra la grillanda vuole,

       credendo ognuna aver giusta sentenza;

      e diceano a Diana este parole.

      p. 30

       Indice

      Della caccia del cervo per la gara della ghirlanda tra Lisbena e Lippea.

      —O dea Diana, o figlia di Latona,

       discerna tua prudenza e tuo gran senno

       chi di noi due debbia aver la corona.—

      Diana, udito questo, fece cenno

       5 che l'una e l'altra andasse a dea Iunone

       con riverenza; ed elle cosí fenno.

      Lisbena in pria, che crede aver ragione,

       umilemente abbassa le ginocchia;

       e mosse po' a Iunon questo sermone:

      10 —O del gran Iove mogliera e sirocchia,

       mira l'onor della mia compagnia,

       mira se ho ragione, e bene adocchia.

      Io trassi alla corona alquanto pria;

       e poi Lippea; ma non trasse ad ora,

       15 ché giá pel colpo ell'era fatta mia.—

      Lippea incontro a questo dicea ancora:

       —O alta Iuno, a cui il sommo impero

       ha dato Iove, e sei con lui signora,

      se ben si mira qui a quel ch'è vero,

       20 Lisbena e le compagne vedran forse

       che 'l colpo suo non fu ritto e sincero,

      che diede alla grillanda e sí la torse,

       perocché la toccòe; ed io, in quel mentro

       ch'ella voltòe, la mia saetta porse

      25 un poco dopo lei e ferii dentro,

       e con tanta misura al segno diedi,

       che la mia polsa andò per mezzo il centro.

       p. 31

       Però ti prego pel carro ove siedi

       e per l'amor che porti all'alto Iove,

       30 che la corona bella a me concedi.

      Se 'l priego mio, signora, non ti move,

       movati il sacro cor, che teco viene:

       che abbiam perduto non si dica altrove.—

      Iunon rispose:—A Diana appartiene

       35 giudicar questo e che la pace pogna

       tra te e Lisbena; e cosí si conviene.—

      Diana a questo:—Ancor pugnar bisogna

       un'altra volta; e la qual parte vince,

       abbia l'onore, e l'altra la vergogna.

      40 Un cervio sta non molto lontan quince

       con corni grandi, e 'l dosso ha tutto bianco,

       se non c'ha i piè macchiati come lince.

      Questo in la selva è stato sempre franco,

       ché mai non lo lasciai morder dai cani,

       45 né da persona mai ferire unquanco.

      Io manderò miei fauni e miei silvani,

       che menin questo cervio su nel prato,

       e sia lasciato in mezzo a questi piani.

      E tu, o Lippea, li porrai da un lato

       50 con le tue ninfe e con le tue compagne,

       con quante e quali e come a te sia grato.

      Lisbena ancor per piani e per montagne

       porrá le ninfe mie dall'altra parte;

       e se addivien che il cervio tu guadagne,

      55 piaccia a Iunon volere incoronarte.

       Ma se le ninfe mie vincon la caccia

       o per ingegno o per forza di Marte,

      anco Lisbena incoronar gli piaccia,

       non per lei tanto, ma per le sorelle,

       60 che per vergogna stan con rossa faccia.—

      Le ninfe di Iunon gentili e belle

       si mostrôn d'accettar volonterose

       con arditi atti e con pronte favelle.

       p. 32

       Allor Diana a sei silvani impose

       65 che menassero il cervio; ed ei menôllo

       su delle ripe e delle vie scogliose,

      con una fun legato intorno al collo;

       poi fu lasciato sciolto presso al fonte,

       ch'era sacrato alla suora d'Apollo.

      70 —Su su, sorelle, circondate il monte

       —dicea Lippea,—e prendete la costa

       con archi e spiedi coll'acute ponte.

      Ognuna attenta sia nella sua posta:

       co' can correnti dietro alli cespogli,

       75 come chi sta in aguato, stia nascosta.

      E tu, Tirena, va' 'ntorno a li scogli

       con cento ninfe: sai ch'io mi confido

       in tua virtú; però mostrar la vogli.

      Sí come io accenno o col mio corno grido,

       80 cosí con quelle cento mi soccorre,

       co' cani alani e col tuo arco fido.

      Perché, se 'l cervio suso al monte corre,

       di lá dall'altra valle non trapassi,

       lassú, Ipodria, tu ti vogli porre

      85 e con ducento ninfe prendi i passi:

       con can mastini e con cani levrieri

       fa' che lo pigli e che passar nol lassi.

      Or ora essere accorte è ben mestieri;

       acciò che onore abbia la nostra dea,

       90 mostriam la forza de' nostri archi fieri.—

      Non men Lisbena ancora disponea

       la schiera sua e facevala forte

       con modi e con parol, ch'ella dicea.

      —Sorelle, ora conviene essere accorte;

       95 ora convien mostrar nostro valore;

       ch'altri che noi di caccia onor non porte.

      Ora si vederá chi porta amore

       a dea Diana e se siete valente,

       sí che di questa caccia abbiamo onore.

       p. 33

       100 O Lisna bella mia, va' prestamente

       sopra del monte e circonda la cima

       con cento ninfe: e state bene attente.

      Credo che 'l cervio lí correrá prima:

       abbiate cani e spiedi, ché non varchi

       105 di lá dal monte verso la valle ima.

      Chi per la costa discorra cogli archi,

       chi di lanciotto e chi di duro spiedo,

       quando fia l'ora, la sua


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