Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 2. Edward Gibbon
Читать онлайн книгу.cattivo gusto, che Dexippo applica all'infanteria leggera degli Alemanni i termini tecnici, propri solamente della Greca falange.
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In Dexippo si legge adesso
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L'Imperatore Claudio era certamente in quel numero; ma non sappiamo fin dove si estendesse questo segno di rispetto: se fino a Cesare ed Augusto, deve aver prodotto un superbo formidabile spettacolo quella lunga serie di padroni del mondo.
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Vopisco nella Stor. Aug. p. 210.
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Dexippo mette in lor bocca una prolissa orazione, degna di un Greco sofista.
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Stor. Aug. p. 215.
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Dexippo p. 12.
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Vittore Juniore in Aureliano.
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Vopisco nelle Stor. Aug. p. 216.
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Il piccol fiume o piuttosto torrente del Metauro, vicino a Fano, è divenuto immortale per uno Storico, quale è Livio, ed un poeta, quale è Orazio.
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Se ne fa menzione in una iscrizione trovata in Pesaro. Vedi Gruter. CCLXXVI. 3.
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Alcun penserebbe, dic'egli, che voi foste radunati in una Chiesa Cristiana, e non nel tempio di tutti gli Dei.
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Vopisco nella Stor. Aug. p. 215, 216 fa una lunga descrizione di queste cerimonie, estratta dai Registri del Senato.
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Plinio Stor. nat. III. 5. Per confermare la nostra idea, è da osservarsi, che per lungo tempo il monte Celio fu un bosco di quercie, ed il monte Viminale fu coperto di salci; che nel quarto secolo l'Aventino era un disabitato e solitario ritiro; che fino al tempo di Augusto l'Esquilino rimase un insalubre cimitero; e che le numerose ineguaglianze, osservate dagli antichi nel Quirinale, provano sufficientemente, che non era coperto di fabbriche. Dei Sette Colli, il Capitolino ed il Palatino solamente, con la valli adiacenti, furono la primiera abitazione del popolo Romano. Ma questo soggetto richiederebbe una dissertazione.
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Stor. Aug. p. 222. Lipsio, ed Isacco Vossio hanno di buona voglia adottata questa misura.
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Ved. Nardini Roma antica, l. I. c. 8.
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Tacito Stor. IV. 23.
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Intorno alla muraglia di Aureliano, vedi Vopisco nella Stor. Aug. p. 216, 222. Zosimo, l. I. p. 43. Eutrop. IX 15. Aurel. Vittore in
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Il suo competitore fu Lolliano o Eliano, se veramente questi due nomi indicano la stessa persona. Ved. Tillemont, tom. III. p. 1177.
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Il carattere che fa di questo Principe Giulio Ateriano (appresso la Stor. Aug. p. 187) merita di esser trascritto, giacchè sembra bello ed imparziale: «Victorino qui post Junium Posthumium Gallias rexit, neminem existimo praeferendum; non in virtute Traianum; non Antoninum in clementia; non in gravitate Nervam; non in gubernando aerario Vespasianum, non in censura totius vitae ac severitate militari Pertinacum vel Severum. Sed omnia haec libido et cupiditas voluptatis mulierariae sic perdidit, ut nemo audeat virtute ejus in litteras mittere, quem constat omnium judicio meruisse puniri».
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Egli rapì la moglie di Attiziano,
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Pollione assegna ad essa un articolo fra i trenta Tiranni. Stor. Aug. p. 206.
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Pollione nella Stor. Aug. p. 196. Vopisco nella Stor. Aug. p. 220. I due Vittori nelle vite di Gallieno e di Aureliano; Eutropio, IX. 13. Euseb.
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Vittore Juniore in Aurel. Eumenio nomina queste truppe
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Eumen. in vel. Panegir. IV. 8.
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Vopisco nella Stor. Aug. p. 246. Autun non fu ristaurata fino al regno di Diocleziano: Ved. Eumenio
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Quasi tutto quel che si dice dei costumi di Odenato e di Zenobia, è preso dalle loro vite nella Stor. Aug. di Trebellio Pollione. Vedi p. 192, 198.
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Essa non riceveva mai gli abbracciamenti del suo marito che per l'oggetto di aver prole. Se le sue speranze restavan deluse, reiterava il tentativo nel susseguente mese.
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Stor. Aug. p. 192, 193. Zosimo l. I. p. 36. Zonara, l. XII. p. 633. L'ultimo è chiaro e probabile; sono gli altri confusi e inconsistenti. Il testo di Sincello, se non è coretto, è assolutamente inintelligibile.
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Odenato e Zenobia spesso gli mandavano doni di gemme e gioielli, scelte tra le spoglie del nemico, ed esso li riceveva con infinito piacere.
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Sono stati promossi alcuni ingiustissimi sospetti sopra Zenobia, come se stata fosse complice dell'uccisione del marito.
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Stor. Aug. p. 180, 181.
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Vedi nella Stor. Aug. p. 198 la testimonianza che rende Aureliano al di lei merito; e per la conquista dell'Egitto Zosimo l. I, p. 39, 40.
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Timolao, Erenniano e Vaballato. Si suppone che i due primi fosser già morti avanti la guerra. Aureliano concesse all'ultimo di questi una piccola Provincia dell'Armenia col titolo di Re. Esistono tuttora diverse medaglie di lui. Vedi Tillemont, tom. III. p. 1190.
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Zosimo l. I, p. 44.
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Vopisco (nella Stor. Aug. p. 217) ci dà una lettera autentica, ed una dubbia visione di Aureliano. Apollonio di Tiana era nato quasi contemporaneamente a Gesù Cristo. La vita del primo vien riferita dai suoi discepoli in un modo tanto favoloso, che non si può conoscere se fosse un savio, un impostore, od un fanatico.
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Zosimo, l. I. p. 46.
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In un luogo chiamato
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Vopisco nella Stor. Aug. p. 217 fa solamente menzione della seconda.
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Zosimo l. I. p. 44, 48. La sua descrizione delle due battaglie è chiara e circostanziata.
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Era 537 miglia distante da Seleucia, e dugentotre dalla più vicina costa della Siria, secondo la relazione di Plinio, che in poche parole (Stor. nat. V. 21) ne porge una eccellente descrizione di Palmira.
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Alcuni viaggiatori Inglesi che partirono da Aleppo, scoprirono le rovine di Palmira verso il fine dell'ultimo secolo. La nostra curiosità è stata poi soddisfatta più splendidamente dai Signori Wood e Dawkins. Per la Storia di Palmira possiam consultare la magistrale dissertazione del Dottor Halley nelle Transazioni Filosofiche, compendio di Lowthorp. vol. III. p. 528.
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Vopisco nella Stor. Aug. p. 218.
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Da una incertissima Cronologia ho procurato di estrarre la data più probabile.
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Stor. Aug. p. 218. Zosimo, l. I. p. 50. Benchè il cammello sia una grave bestia da soma, pure il dromedario, che è della stessa specie o di una specie affine, vien usato dai natii dell'Asia e dell'Affrica in