Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 2. Edward Gibbon

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Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 2 - Edward Gibbon


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celerità. Affermano gli Arabi che il dromedario può far tanto cammino in un giorno, quanto ne fanno in otto o dieci giorni i loro cavalli più corridori. Vedi Buffon. Storia nat. tom. XI. p. 122, ed i Viaggi di Shaw, p. 167.

73

Pollione nella Stor. Aug. p. 299.

74

Vopisco nella Stor. Aug. p. 219. Zosimo, l. I. p. 51.

75

Stor. Aug. p. 219.

76

Vedi Vopisco nella Stor. Aug. p. 220, 242. Viene osservato, come esempio di lusso, ch'egli avea le finestre di vetro. Era famoso per la forza e per l'appetito, pel coraggio e per la destrezza. Dalla lettera di Aureliano si può giustamente inferire, che Fermo fu l'ultimo dei ribelli, e conseguentemente che Tetrico era già sottomesso.

77

Vedi il trionfo di Aureliano descritto da Vopisco. Egli riferisce le particolarità colla sua solita esattezza, ed in questa occasione sono fortunatamente interessanti. Stor. Aug. p. 220.

78

Fra le barbare nazioni, le donne hanno spesso combattuto ai fianchi dei loro mariti. Ma è quasi impossibile, che una società di Amazzoni sia mai esistita o nel vecchio o nel nuovo mondo.

79

L'uno delle braccae o calzoni era tuttavia considerato in Italia come una gallica e barbara moda. I Romani per altro vi si erano molto avvicinati. Il cingersi le gambe e cosce con fasce o strisce, si prendeva ai tempi di Pompeo e di Orazio, come una prova di malattia, o di effemminatezza. Nel secolo di Traiano l'uso di queste era limitato alle persone ricche e di lusso. Fu a poco a poco adottato dai più vili del popolo. Vedi una curiosa nota del Casaubono, ad Sveton. in August. c. 82.

80

Erano i primi, assai probabilmente; i secondi nelle medaglie di Aureliano non indicano (come giudica il dotto Cardinal Noris) che una vittoria orientale.

81

L'espressione di Calfurnio (Eglog. l. 50.) «Nullos ducet captiva triumphos» come applicata a Roma, contiene una manifestissima allusione e censura.

82

Vopisco nella Stor. Aug. p. 199. Hieronym. in Chron. Prosper. in Chron. Baronio suppone che Zenobio, vescovo di Firenze ai tempi di S. Ambrogio, fosse della famiglia di lei.

83

Vopisco nella Stor. Aug. p. 222. Eutropio, IX. 13. Vittore Juniore. Ma Pollione nella Stor. Aug. p. 196 dice che Tetrico fu fatto Censore di tutta l'Italia.

84

Stor. Aug. p. 197.

85

Vopisco nella Stor. Aug. 222. Zosimo l. I. p. 156. Egli vi collocò le immagini di Belo e del Sole, che portate avea da Palmira. Fu questo dedicato nel quarto anno del suo regno (Euseb. in Chron.), ma fu sicurissimamente cominciato dopo il suo avvenimento al trono.

86

Vedi nella Stor. Aug, p. 210. i presagi della fortuna di lui. La sua devozione al Sole apparisce nelle sue lettere, nelle sue medaglie, ed è riferita nei Cesari di Giuliano. Vedi Comment. di Spanemio, p. 109.

87

Vopisco nella Stor. Aug. p. 221.

88

Stor. Aug. p. 222. Aureliano nomina quei soldati, Hiberi, Riparienses, Castriari, et Dacisci.

89

Zosimo, l. I. p. 56. Eutropio IX. 14. Aurel. Vittore.

90

Stor. Aug. p. 223. Aurel. Vittore.

91

Infierì già prima del ritorno di Aureliano dall'Egitto. Vedi Vopisco, che cita una lettera originale. Stor. Aug. p. 244.

92

Vopisco nella Stor. Aug. p. 222. I due Vittori. Eutropio 9, 14. Zosimo (l. I. p. 43) fa menzione di soli tre Senatori, e pone la lor morte avanti la guerra d'Oriente.

93

«Nulla catenati feralis pompa SenatusCarnificum lassabit opus: nec carcere plenoInfelix ruros numerabit curia Patres.»Calfurn, Eclog. I. 60.

94

Secondo Vittore Juniore egli portò qualche volta il Diadema. Si legge sulle di lui medaglie Deus e Dominus.

95

Era questa osservazione di Diocleziano. Vedi Vopisco nella Stor. Aug. p. 224.

96

Vopisco nella Stor. Aug. p. 221. Zosimo l. I, p. 57. Eutrop. IX. 15. I due Vittori.

97

Vopisco Stor. Aug. p. 222. Aurelio Vittore fa menzione, di una formal deputazione fatta dalla truppe al Senato.

98

Vopisco, nostra principale autorità, scriveva in Roma solamente sedici anni dopo la morte di Aureliano; ed oltre alla recente notizia dei fatti, trae costantemente i suoi materiali dai giornali del Senato, e dagli scritti originali della libreria Ulpiana. Zosimo e Zonara compariscono così ignoranti di questo trattato, come lo erano generalmente della costituzione Romana.

99

Livio l. 17. Dionisio Alicarnas. l. II. p. 115. Plutarco in Numa, p. 60. Il primo di questi Scrittori riferisce la storia come un oratore, il secondo come un legista ed il terzo come un moralista, e niuno probabilmente senza qualche mescuglio di favola.

100

Vopisco (nella Stor. Aug. p. 227) lo chiama primae sententiae consularis, e subito dopo, Princeps Senatus. È naturale il supporre, che i Monarchi di Roma sdegnando quell'umil titolo, lo cedessero al più antico fra i Senatori.

101

L'unica obbiezione a questa genealogia è che lo Storico si nominava Cornelio, l'Imperatore Claudio. Ma sotto il basso Impero, i soprannomi erano estremamente vari ed incerti.

102

Zonara, l. XII, p. 637. La Cronica Alessandrina, per un facile errore, trasferisce quell'età ad Aureliano.

103

Nell'anno 273 egli fu Console ordinario, ma debbe essere stato suffetto molti anni avanti, e probabilmente sotto Valeriano.

104

Bis millies octingenties. Vopisco nella Stor. Aug. p. 229. Questa somma, secondo l'antica misura, equivaleva ad ottocento quarantamila libbre Romane di argento, ciascuna della valuta di sei zecchini. Ma nel secolo di Tacito il conio avea perduto molto nel peso e nella purità.

105

Dopo il suo avvenimento, ordinò che si facessero annualmente dieci copie dello Storico, e si collocassero nelle pubbliche librerie. Le librerie Romane sono da gran tempo perite, e la più stimabil parte di Tacito fu conservata in un solo MS. e scoperta in un Monastero della Vestfalia. Vedi Bayle, Dizionario. Art. Tacito, e Lipsio ad Annal. II. 9.

106

Vopisco nella Stor. Aug. p. 227.

107

Stor. Aug. p. 228. Tacito indirizzandosi ai Pretoriani, li nominava sanctissimi milites, ed il popolo, sacratissimi Quirites.

108

Nelle sue manumissioni non eccedè mai il numero di cento, come limitato dalla legge Caninia promulgata sotto Augusto, e finalmente abolita da Giustiniano. Vedi Casaubono ad locum Vopisci.

109

Vedi le vita di Tacito, di Floriano, e di Probo nella Stor. Aug. Possiamo assicurarci che tutto ciò che diede il Soldato, lo avea già dato il Senatore.

110

Vopisco nella Stor. Aug. p. 236: il passo è chiarissimo, ma Casaubono e Salmasio vorrebbero correggerlo.

111

Vopisco nella Stor. Aug. p. 230, 232, 233. I Senatori celebrarono quel felice ristabilimento con ecatombi e con pubbliche allegrezze.

112

Stor. Aug. p. 228.

113

Vopisco nella Stor. Aug. p. 230. Zosimo l. I. p. 57. Zonara, l. XII. p. 637. Due passi della vita di Probo (p. 236 238.) mi persuadono che questi Sciti, invasori del Ponto, fossero Alani. Se dar possiam fede a Zosimo (l. I. 58.) Floriano li perseguitò fino al Bosforo Cimmerio. Ma egli ebbe appena tempo per una spedizione tanto lunga e difficile.

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