Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 2. Edward Gibbon
Читать онлайн книгу.ed Aurelio Vittore dicon solamente ch'egli morì. Vittore Giuniore aggiunge, ch'egli morì di febbre. Zosimo e Zonara affermano, ch'egli fu ucciso dai soldati. Vopisco riferisce le due relazioni, e sembra incerto. Sono per altro facilmente conciliabili queste diverse opinioni.
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Secondo i due Vittori egli regnò precisamente dugento giorni.
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Stor. Aug. 231. Zosimo, l. I. p. 58, 59. Zonara, l. XII. p. 637. Aurelio Vittore dice che Probo assunse l'Impero nell'Illirico; opinione la quale (benchè adottata da un uomo dottissimo) getterebbe una insuperabile confusione in quel periodo di storia.
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Stor. Aug. p. 229.
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Egli dovea inviare dei Giudici ai Parti, ai Persiani, ed ai Sarmati, un Presidente alla Taprobana, ed un Proconsole nell'Isola Romana, supposta dal Casaubono e da Salmasio essere la Britannia. Una storia quale è la mia (dice Vopisco con giusta modestia) non sussisterà mille anni per potere esporre o giustificare la predizione.
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Per la vita privata di Probo, vedi Vopisco nella Stor. Aug. p. 234, 237.
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Secondo la Cronaca Alessandrina egli era nell'età di cinquant'anni quando morì.
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La lettera era indirizzata al Prefetto del Pretorio, il quale (supposta la di lui buona condotta) egli promise di mantenere nell'importante sua carica. Vedi Stor. Aug. p. 237.
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Vopisco nella Stor. Aug. p. 237. La data della lettera è certamente erronea. In vece di
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Stor. Aug. p. 238. È cosa strana che il Senato trattasse Probo men favorevolmente di Marco Antonino. Avea quel Principe ricevuto, anche prima della morte di Pio, il
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Vedi la rispettosa lettera di Probo al Senato dopo le sue vittorie Germaniche Stor. Aug. p. 239.
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La data e la durata del Regno di Probo sono esattamente fissate dal Cardinal Noris nella sua dotta opera,
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Vopisco nella Stor. Aug. p. 239.
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Zosimo (l. I, p. 62-65) racconta una lunghissima e frivolissima istoria di Licio, masnadiere Isaurico.
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Zosimo l. I, p. 65. Vopisco nella Stor. Aug. p. 239, 240. Ma sembra incredibile, che la disfatta dei selvaggi della Etiopia potesse interessare il Monarca Persiano.
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Oltre a questi capi ben cogniti, fa Vopisco menzione di vari altri, le azioni dei quali non sono venute a nostra notizia.
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Vedi i Cesari di Giuliano e la Stor. Aug. p. 238, 240, 241.
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Zosimo, l. I. p. 62. Stor. Aug. p. 240. Ma l'ultima suppone che fosse dato ad essi il castigo col consenso dei loro Re: se ciò è vero, fu parziale come l'offesa.
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Vedi Cluver. Germania antica l. III. Tolomeo pone nel loro paese la città di Calisia, che è forse Calish nella Slesia.
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Tacit. Germania (c. 43.).
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Vopisco nella Stor. Aug. p. 238.
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Stor. Aug. p. 238, 239. Vopisco cita una lettera dell'Imperatore al Senato, nella quale egli fa menzione del suo disegno di ridurre la Germania in Provincia.
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Strabone l. VII. Secondo Velleio Patercolo (II. 108.) Maroboduo condusse i suoi Marcomanni nella Boemia. Cluverio (German. antic. III. 8.) prova che vennero dalla Svevia.
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Questi Regolatori del pagamento delle Decime furono detti
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Vedi le note dell'Abate de la Bleterie alla Germania di Tacito, p. 183. La sua descrizione della muraglia è presa principalmente (come dic'egli stesso) dall'Alsazia illustrata di Schoeflin.
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Vedi ricerche sopra i Chinesi e gli Egiziani, tom. II, p. 81, 202. L'anonimo Autore è bene istruito del globo in generale e della Germania in particolare: riguardo alla seconda, egli cita un'Opera del sig. Hanselman; ma pare ch'egli confonda la muraglia di Probo, destinata contro gli Alemanni, con la fortificazione dei Mattiaci, costruita nelle vicinanze di Francfort contro i Catti.
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Egli distribuì quasi cinquanta o sessanta Barbari in circa per
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Zosimo, l. 1, p. 62. Secondo Vopisco, un altro corpo di Vandali fu meno fedele.
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Stor. Aug. p. 240. Furono probabilmente discacciati dai Goti. Zosimo l. I. p. 66.
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Stor. Aug. p. 240.
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Panegir. antic. V. 18. Zosimo, l. I. p. 66.
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Vopisco nella Stor. Aug. p. 245, 246. L'infelice Oratore avea studiata la retorica a Cartagine, e perciò era probabilmente Mauro (Zosimo l. I, p. 60) anzichè Gallo, come lo dice Vopisco.
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Zonara, l. XII. p. 638.
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Si racconta un esempio assai sorprendente della prodezza di Proculo. Egli avea preso cento vergini Sarmate. Il resto della storia egli stesso lo riferisca nella sua propria lingua; «Ex his una nocte decem inivi: omnes tamen, quod in me erat, mulieres intra dies quindecim reddidi». Vopisco nella Stor. Aug. p. 247.
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Proculo, ch'era nativo di Albenga nella riviera di Genova, armò duemila dei suoi schiavi. Grandi erano la sue ricchezze, ma acquistate per mezzo di ladronecci. Fu poi un detto della sua famiglia,
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Stor. Aug. p. 240.
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Zosimo l. I. p. 66.
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Stor. Aug. p. 236.
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Aurelio Vittore in Probo; ma la politica di Annibale, non ricordata da alcun altro più antico Scrittore, è inconciliabile con la storia della sua vita. Egli lasciò l'Affrica in età di nove anni, vi ritornò di quarantacinque ed immediatamente perdè la sua armata nella decisiva battaglia di Zama: Livio, XXX. 37.
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Stor. Aug. p. 240. Eutrop. IX, 17. Aurelio Vittore in Probo. Vittore Juniore. Egli rivocò la proibizione di Domiziano, ed accordò ai Galli, ai Brettoni, ed ai Pannonj la general permissione di piantar viti.
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Giuliano fa una severa, e veramente eccessiva censura del rigore di Probo, il quale, come egli pensa, meritò quasi il suo destino.
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Vopisco nella Stor. Aug. p. 24. Egli profonde su questa vana speranza un lungo squarcio d'insulsa eloquenza.
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«Probus et vere Probus situs est: victor omnium gentium barbararum: Victor etiam Tyrannorum».
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Tutto questo per altro può conciliarsi. Egli era nato a Narbona nell'Illirico, confusa da Eutropio colla più famosa città di quel nome nelle Gallie. Suo Padre potea essere un Affricano, e sua madre una Dama Romana. Caro fu educato egli stesso nella Capitale. Vedi Scaligero,
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Probo