Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4. Edward Gibbon

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Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4 - Edward Gibbon


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pericolosa ogni invenzione. Quelli che insistono sulla narrazione letterale della morte d'Arrio (evacuò ad un tratto gl'intestini in un cesso) debbono assolutamente scegliere o il veleno o un miracolo.

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Può rintracciarsi la mutazione de' sentimenti, o almeno della condotta di Costantino in Eusebio, vit. Const. l. III. c. 23 l. IV c. 41, in Socrate l. I. c. 23-39, in Sozomeno l. II. c. 16-34, in Teodoreto l. I. c. 14-34, ed in Filostorgio l. II. c. 1-17. Ma il primo di questi Autori era troppo vicino alla scena dell'azione, e gli altri troppo lontani. Egli è molto singolare, che si abbandonasse l'importante uffizio di continuare l'istoria Ecclesiastica a due laici e ad un eretico.

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Quia etiam tum Catechumenus Sacramentum fidei merito videretur potuisse nescire. Sulp. Sev. Hist. Sac. l. II. p. 410.

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Socrate l. II. c. 2. Sozomeno lib. III. c. 18. Atanasio Tom. I. p. 813-834. Egli osserva, che gli eunuchi sono i nemici naturali del Figlio. Si confrontino le osservazioni sulla Istoria Ecclesiastica del Dottor Jortin, Vol. IV. p. 3, con una certa genealogia nel Candido cap. IV. che termina in uno de' primi compagni di Cristoforo Colombo.

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Sulpic. Sev. in Hist. Sac. l. II. p. 405, 406.

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Cirillo (ap. Baron. An. 353. n. 26) osserva espressamente, che nel Regno di Costantino s'era trovata la Croce nelle viscere della terra; ma che nel Regno di Costanzo essa era comparsa nel mezzo del Cielo. Quest'opposizione prova evidentemente, che Cirillo ignorava lo stupendo miracolo, a cui s'attribuisce la conversione di Costantino; e tal ignoranza è tanto più sorprendente, che non più di dodici anni dopo la morte di lui, Cirillo fu consacrato Vescovo di Gerusalemme dall'immediato successore d'Eusebio di Cesarea. Vedi Tillemont Mem. Eccl. Tom. VIII p. 715.

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Non è facile il determinare fino a qual segno si possa difendere l'ingenuità di Cirillo, mediante qualche naturale apparenza d'un alone solare.

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Filostorg. l. III. c. 26. Egli è seguitato dall'Autore della Cronica Alessandrina, da Cedreno e da Niceforo. Vedi Gottofredo. Dissert. p. 188. Essi non potrebbero ricusare un miracolo neppure dalle mani d'un avversario.

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Un passo così curioso merita bene d'essere trascritto. Christianam Religionem absolutam et simplicem anili superstitione confundens; in qua scrutanda perplexius, quam componenda gravius excitaret dissidia plurima, quae progressa fusius aluit concertatione verborum, ut catervis Antistitum jumentis publicis ultro citroque discurrentibus, per sinodos (quas appellant) dum ritum omnem ad suum trahere conantur (Valesio legge conatur) rei vehiculariae concideret nervos. Ammiano XXI. 16.

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Atanas. Tom. I. p. 870.

223

Socrat. l. II. c. 35-47. Sozomeno l. IV. c. 12-30. Teodoreto l. II. c. 18-32. Filostorg. l. IV. c. 6-12. l. V. c. 1-4 l. VI. c. 1-5.

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Sozom. l. IV. c. 23. Atanas. Tom. I. p. 831. Il Tillemont (Mem. Eccl, VII. p. 947) ha raccolto varj esempi dell'orgoglioso fanatismo di Costanzo da diversi Trattati di Lucifero di Cagliari. I soli titoli di que' Trattati inspirano zelo e terrore. «Moriendum pro Dei Filio» «De regibus apostaticis» «De non conveniendo cum haeretico» «De non parcendo in Deum delinquentibus».

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Sulpic. Sev. Hist. Sacr. l. II. p. 418, 430. Gl'Istorici Greci eran molto ignoranti degli affari dell'Occidente.

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È un danno, che Gregorio Nazianzeno componesse un panegirico piuttosto che una vita d'Atanasio; ma possiamo godere, e profittar del vantaggio di trarre i più autentici materiali dal ricco fondo delle proprie di lui epistole ed apologie: Tom. I. p. 670-951. Io non imiterò l'esempio di Socrate (l. 2. c. 1), che pubblicò la prima edizione della sua Storia senza prendersi la pena di consultare gli scritti d'Atanasio. Pure anche Socrate, e Sozomeno, di lui più curioso, ed il dotto Teodoreto servono a connettere la vita d'Atanasio con la serie dell'istoria Ecclesiastica. La diligenza del Tillemont, Tom. VIII, e degli Editori Benedettini ha raccolto tutti i fatti, ed esaminata ogni difficoltà.

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Sulpicio Severo (Hist. Sacr. l. II. p. 396) lo chiama legale, e giurisconsulto. Presentemente non può ravvisarsi questo carattere, o si consulti la vita, o le opere d'Atanasio.

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Dicebatur enim fatidicarum sortium fidem, quaeve augurales portenderent alites scientissime callens aliquoties praedixisse futura. Ammian. XV. 7. Sozomeno (l. IV. c. 10) riferisce una profezia o piuttosto uno scherzo, da cui si prova evidentemente che Atanasio, se le cornacchie parlan Latino, intendeva il linguaggio delle cornacchie.

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Si fece leggiermente menzione dell'irregolare ordinazion d'Atanasio ne' Concilj, che si tenner contro di lui. Vedi Filost. lib. II. c. 11 e Gottofredo p. 71. Ma può appena supporsi, che l'assemblea de' Vescovi dell'Egitto solennemente attestasse una pubblica falsità. Atanas. Tom. I. p. 726.

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Vedi l'Istoria de' Padri del deserto pubblicata da Rosweide, e Tillemont (Mem. Eccl. Tom. VII.) nelle vite d'Antonio, e di Pacomio. Atanasio medesimo, che non isdegnò di comporre la vita del suo amico Antonio, ha diligentemente osservato, quanto spesso il santo Monaco deplorasse e profetizzasse i danni dell'eresia Arriana. Atanas. Tom. II. p. 492-498.

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A principio Costantino minacciava parlando, e domandava scrivendo, και αγραφωϛ μεν ηπειλει, γραφων δε ηξιον. Le sue lettere di poi presero un minaccevole accento, ma mentre chiedeva, che a tutti fosse aperto l'ingresso della Chiesa, evitava l'odioso nome d'Arrio. Atanasio da sagace politico, ha diligentemente notato queste distinzioni, (Tom. I. p. 788) che gli somministravano qualche motivo di scusa o di dilazione.

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I Meleziani ebbero origine in Egitto, come in Affrica i Donatisti, da una disputa Episcopale nata dalla persecuzione. Io non ho tempo di esporre tal oscura controversia, la quale sembra essersi male rappresentata dalla parzialità d'Atanasio, e dall'ignoranza d'Epifanio. Vedi Mosemio Istor. gener. della Chiesa Vol. I. p. 201.

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Viene specificato il trattamento de' sei Vescovi da Sozomeno lib. II. c. 25; ma Atanasio medesimo, sì abbondante per rispetto ad Arsenio ed al calice, lascia questa grave accusa senza risposta.

234

Atanas. Tom. I. p. 788. Socrat. lib. I. c. 28. Sozomeno lib. II. c. 25. L'Imperatore nella sua Lettera di convocazione ap. Euseb. (in vit. Constant. lib. IV. c. 42) par che giudichi anticipatamente alcuni membri del Clero, ed era più che probabile, che il Sinodo applicasse tali rimproveri ad Atanasio.

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Vedi in particolare la seconda Apologia d'Atanasio (Tom. I. p. 763-808) e le sue lettere a' Monaci (p. 808-866). Queste son giustificate con originali ed autentici documenti; ma inspirerebbero maggior credibilità, se egli meno innocente,


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