Il Libro di Urantia. Urantia Foundation

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e dei valori universali di significato eterno.

      5:4.5 (67.3) Tutte le religioni insegnano ad adorare la Deità ed una qualche dottrina di salvezza umana. La religione buddista promette la salvezza dalle sofferenze, una pace senza fine; la religione ebraica promette la salvezza dalle difficoltà, una prosperità basata sulla rettitudine; la religione greca prometteva la salvezza dalla disarmonia, dalla bruttezza, mediante la realizzazione della bellezza; il Cristianesimo promette la salvezza dal peccato, la santità; il Maomettanesimo promette la liberazione dalle rigorose regole morali del Giudaismo e del Cristianesimo. La religione di Gesù è la salvezza dall’ego, la liberazione delle creature dai mali del loro isolamento nel tempo e nell’eternità.

      5:4.6 (67.4) Gli Ebrei basavano la loro religione sulla bontà; i Greci sulla bellezza; entrambe le religioni cercavano la verità. Gesù rivelò un Dio d’amore, e l’amore abbraccia la totalità della verità, della bellezza e della bontà.

      5:4.7 (67.5) Gli Zoroastriani avevano una religione di moralità; gli Indù una religione di metafisica; i Confuciani una religione di etica. Gesù visse una religione di servizio. Tutte queste religioni hanno un valore in quanto sono validi approcci alla religione di Gesù. La religione è destinata a divenire la realtà dell’unificazione spirituale di tutto ciò che è buono, bello e vero nell’esperienza umana.

      5:4.8 (67.6) La religione greca aveva una parola d’ordine: “Conosci te stesso”; gli Ebrei incentravano il loro insegnamento su “Conosci il tuo Dio”; i Cristiani predicano un vangelo che mira ad una “conoscenza del Signore Gesù Cristo”; Gesù proclamò la buona novella “conosci Dio, e te stesso come figlio di Dio”. Queste differenti concezioni dello scopo della religione determinano il comportamento di un individuo nelle diverse situazioni della vita e prefigurano la profondità della sua adorazione e la natura delle sue abitudini personali di preghiera. Lo status spirituale di ogni religione può essere determinato dalla natura delle sue preghiere.

      5:4.9 (67.7) Il concetto di un Dio semiumano e geloso è un’inevitabile transizione tra il politeismo ed il sublime monoteismo. Un antropomorfismo esaltato è il più alto livello raggiungibile di una religione puramente evoluzionaria. Il Cristianesimo ha elevato il concetto di antropomorfismo dall’ideale dell’umano fino al concetto trascendente e divino della persona del Cristo glorificato. E questo antropomorfismo è il più elevato che l’uomo possa mai concepire.

      5:4.10 (67.8) Il concetto cristiano di Dio è un tentativo di combinare tre insegnamenti distinti:

      5:4.11 (67.9) 1. Il concetto ebraico — Dio quale assertore di valori morali, un Dio di rettitudine.

      5:4.12 (67.10) 2. Il concetto greco — Dio quale unificatore, un Dio di saggezza.

      5:4.13 (68.1) 3. Il concetto di Gesù — Dio quale amico vivente, Padre amorevole, presenza divina.

      5:4.14 (68.2) Deve quindi essere evidente che la composita teologia cristiana incontra grande difficoltà a raggiungere la coerenza. Questa difficoltà è ulteriormente aggravata dal fatto che le dottrine del Cristianesimo primitivo erano generalmente basate sull’esperienza religiosa personale di tre persone differenti: Filone di Alessandria, Gesù di Nazaret e Paolo di Tarso.

      5:4.15 (68.3) Nello studio della vita religiosa di Gesù, consideratelo positivamente. Non pensate tanto al fatto che era esente da peccato quanto alla sua rettitudine, al suo servizio amorevole. Gesù ha elevato l’amore passivo, rivelato nel concetto ebraico del Padre celeste, a quello attivo, più sublime, di amorevole affetto per le creature di un Dio che è Padre di ogni individuo, anche del malfattore.

      5:5.1 (68.4) La moralità ha origine nella ragione della coscienza di se stessi; essa è superanimale ma totalmente evoluzionaria. L’evoluzione umana include nel suo svolgersi tutte le acquisizioni antecedenti al conferimento degli Aggiustatori ed al conferimento dello Spirito della Verità. Ma il raggiungimento di livelli di moralità non libera l’uomo dalle proprie lotte della vita mortale. L’ambiente fisico in cui vive l’uomo comporta la lotta per l’esistenza; l’ambiente sociale necessita di aggiustamenti etici; le situazioni morali richiedono di operare delle scelte nei regni più elevati della ragione; l’esperienza spirituale (l’aver realizzato Dio) esige che l’uomo lo trovi e si sforzi sinceramente di essere simile a lui.

      5:5.2 (68.5) La religione non si basa sui fatti della scienza, sugli obblighi della società, sulle ipotesi della filosofia, o sui doveri impliciti nella moralità. La religione è un regno indipendente di risposta umana alle situazioni della vita e compare infallibilmente in tutti gli stadi di sviluppo umano posteriori alla morale. La religione può permeare tutti e quattro i livelli di comprensione dei valori e di godimento della fraternità universale: il livello fisico o materiale dell’autopreservazione; il livello sociale od emotivo della fraternità; il livello morale, o del dovere, della ragione; il livello spirituale di coscienza della fraternità universale mediante l’adorazione divina.

      5:5.3 (68.6) Lo scienziato che ricerca i fatti concepisce Dio come Causa Prima, un Dio di forza. L’artista sensibile vede Dio come ideale di bellezza, un Dio di estetica. Il filosofo raziocinante è talvolta incline a proporre un Dio di unità universale, persino una Deità panteistica. Coloro che hanno una religione di fede credono in un Dio che favorisce la sopravvivenza: il Padre che è nei cieli, il Dio d’amore.

      5:5.4 (68.7) La condotta morale precede sempre la religione evoluta e fa anche parte della religione rivelata, ma non è mai la totalità dell’esperienza religiosa. Il servizio sociale è il risultato di un pensare morale e di un vivere religioso. La moralità non porta biologicamente ai livelli spirituali superiori dell’esperienza religiosa. L’adorazione della bellezza astratta non è l’adorazione di Dio; e nemmeno l’esaltazione della natura ed il grande rispetto per l’unità sono l’adorazione di Dio.

      5:5.5 (68.8) La religione evoluzionaria è la madre della scienza, dell’arte e della filosofia che hanno innalzato l’uomo al livello di ricettività della religione rivelata, inclusi il conferimento degli Aggiustatori e la venuta dello Spirito della Verità. Il quadro evoluzionario dell’esistenza umana comincia e finisce con la religione, sebbene con qualità molto differenti di religione: una di evoluzione e biologica, l’altra di rivelazione e periodica. In tal modo, mentre la religione è normale e naturale per l’uomo, è anche facoltativa. L’uomo non deve essere religioso contro il suo volere.

      5:5.6 (69.1) L’esperienza religiosa, essendo essenzialmente spirituale, non può mai essere pienamente compresa dalla mente materiale; da qui la funzione della teologia, che è la psicologia della religione. La dottrina essenziale della realizzazione umana di Dio crea un paradosso nella comprensione finita. È quasi impossibile per la logica umana e per la ragione finita armonizzare il concetto dell’immanenza divina, Dio interno e parte di ogni individuo, con l’idea della trascendenza di Dio, il dominio divino dell’universo degli universi. Questi due concetti essenziali della Deità devono essere unificati nella comprensione per fede del concetto della trascendenza di un Dio personale e nella realizzazione della presenza interiore di un frammento di questo Dio, al fine di giustificare un’adorazione intelligente e convalidare la speranza della sopravvivenza della personalità. Le difficoltà ed i paradossi della religione sono inerenti al fatto che le realtà della religione travalicano completamente la capacità di comprensione intellettuale dei mortali.

      5:5.7 (69.2) L’uomo mortale trae tre grandi soddisfazioni dall’esperienza religiosa, anche nel corso del suo soggiorno temporale sulla terra:

      5:5.8 (69.3) 1. Intellettualmente acquisisce la soddisfazione di una coscienza umana più unificata.

      5:5.9 (69.4) 2. Filosoficamente gode della conferma dei suoi ideali dei valori morali.

      5:5.10 (69.5) 3. Spiritualmente cresce nell’esperienza dell’amicizia divina e nelle soddisfazioni spirituali di una vera adorazione.

      5:5.11 (69.6) La coscienza di Dio, qual è provata da un mortale in evoluzione dei regni, deve consistere in tre fattori variabili, tre livelli distinti di realizzazione


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