Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 1. Edward Gibbon
Читать онлайн книгу.Stor. Nat. XIX 1.
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È probabile che i Greci ed i Fenicj introducessero nuove arti e nuove produzioni nelle vicinanze di Cadice, e di Marsiglia.
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Ved. Omero Odiss. l. IX v. 358.
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Plinio Stor. Nat. l. XLV.
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Strab. Geog. l. IV p. 223. Il freddo eccessivo di un inverno Gallo era un proverbio tra gli antichi.
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Nel principio del quarto secolo l'Oratore Eumene
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Plinio Stor. Nat. l. XV.
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Plinio Stor. Nat. l. XIX.
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Il bel saggio di Harte sull'agricoltura; egli ha unito in quest'opera tutto ciò che gli antichi e i moderni han detto del trifoglio.
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Tacito
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Chiamata Taprobane dai Romani, e Serendib dagli Arabi. Quest'Isola fu scoperta sotto il regno di Claudio, e divenne insensibilmente la sede principale del commercio dell'Oriente.
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Plinio Stor. Nat. l. VII. Strab. l, XVII.
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Stor. Augusta p. 224. Una veste di seta era considerata come un ornamento femminile ed indegna di un uomo.
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Le due gran pesche di perle erano le medesime dei nostri tempi, Ormuz, e il Capo Comorino. Per quanto noi possiamo paragonare la Geografia antica colla moderna, Roma ricavava i suoi diamanti dalla miniera di Jumelpur nel Regno di Bengala; se ne trova una descrizione nel tom. II. Viaggi di Tavernier pag. 281.
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Tacito Annali III 5 in un discorso di Tiberio.
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Plin. Stor. Nat. XII 18. In un altro luogo calcola la metà di questa somma;
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La proporzione che era da uno a dieci, e dodici e mezzo salì a quattordici e due quinti per una legge di Costantino. Ved. le tavole di Arbuthnot sopra le monete antiche c. V.
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Oltre diversi altri passi ved. Plinio Stor. Nat. III 5 Aristide
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Erode Attico dette al Sofista Polemone quasi sedicimila zecchini per tre declamazioni. V. Filostr. l. I p. 558. Gli Antonini fondarono una scuola in Atene, nella quale si mantenevano a pubbliche spese professori di grammatica, di rettorica, di politica, e delle quattro Sette principali della filosofia per istruzione della gioventù. Il salario di un filosofo era diecimila dramme l'anno Furono fatti stabilimenti simili nelle altre città dell'Impero. Ved. Luciano nell'Eunuc. tom. II p. 353 ediz. Reitz Filostrat, l. II p, 566. Storia Augusta p. 2. Dione Cassio l. LXXI p. 1195.
Lo stesso Giovenale, in una satira piena di mal talento, la quale ad ogni linea tradisce la sua invidia e il suo scontento, è però obbligato a soggiugnere
Sat. VII 20.
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Longin.
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Orosio VI 18.
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Giulio Cesare introdusse i soldati, gli stranieri, ed i semibarbari nel Senato (Sveton. in Cesar. c. 77 80.) L'abuso divenne ancor più scandaloso dopo la sua morte.
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Dione Cassio l. LII p. 693, Svetonio in August. c. 55.
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Dione Cassio l. LIII p. 698 ci dà una prolissa e gonfia parlata fatta in questa grande occasione. Io ho preso da Svetonio e da Tacito la espressioni naturali ad Augusto.
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Dione l. LIII p. 103 ec.
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Livio, Epitom. l. XIV. Valer. Mass. VI 3.
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Ved. nel lib. VIII di Livio la condotta di Manlio Torquato e di Papirio Cursore. Violavano essi le leggi della natura e dell'umanità, ma sostenevano quelle della militar disciplina, ed il popolo, che abborriva l'azione, era forzato a rispettare il principio.
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Pompeo ottenne dagli sconsiderati, ma liberi suffragi del popolo un comando militare poco inferiore a quello di Augusto. Tra gli atti straordinarj di autorità esercitati dal primo, si può notare la fondazione di ventinove città, e la distribuzione di sei o sette milioni di zecchini alle sue truppe. La ratifica di tali atti trovò qualche opposizione e dilazione nel Senato. Ved. Plut. Appian. Dione Cassio, ed il primo libro delle lettere ad Attico.
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Sotto la Repubblica il trionfo potea pretendersi da quel Generale soltanto, ch'era autorizzato a prender gli auspicj in nome del popolo. Per una esatta conseguenza derivante da questo principio di politica e di religione, il trionfo era riservato all'Imperatore, ed i suoi più fortunati Generali si contentavano di alcuni segni di distinzione inventati in lor favore sotto nome di onori trionfali.
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Cicerone,
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Siccome la Potestà Tribunizia (diversa dall'uffizio annuale del Tribuno) fu inventata a riguardo del Dittatore Cesare (Dione l. XLIV p. 364) essa gli fu data probabilmente come una ricompensa per avere così generosamente sostenuti colle armi i sacri diritti dei Tribuni e del popolo. Vedi i suoi Comment.
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Augusto esercitò il Consolato per nove anni senza interruzione. Dipoi ricusò artificiosamente quella dignità, non meno che la Dittatura: si allontanò da Roma, e si trattenne fuori finchè gli effetti funesti del tumulto, e della fazione forzarono il Senato a rivestirlo del Consolato perpetuo. Augusto per altro ed i suoi successori affettarono di nascondere un titolo così invidioso.
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Vedi un frammento di un decreto del Senato, che conferiva all'Imperator Vespasiano tutte le potestà concedute ai suoi predecessori, Augusto, Tiberio, e Claudio. Questo monumento curioso ed importante si trova nelle iscrizioni di Grutero, num. CCXLII.
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Venivano creati due Consoli alle calende di gennaio; ma nel corso dell'anno se ne sostituivano degli altri, finchè l'annuo numero ascendesse almeno a dodici. I Pretori erano ordinariamente sedici o diciotto: