Se lei udisse. Блейк Пирс

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Se lei udisse - Блейк Пирс


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Poi Kayla e Claire, qui, hanno deciso di andare al college e ci vedevamo raramente. Ci siamo riunite il Natale scorso… era stata l’ultima volta che ci eravamo viste tutte e quattro. Ho pensato che sarebbe stata bella una serata tra noi prima del matrimonio.»

      «Quand’è il matrimonio?» chiese Kate.

      «Questo sabato» disse Olivia.

      «Chi si sposa?»

      «Mio fratello» disse Olivia.

      «Ha fatto praticamente da fratello maggiore per tutte alle superiori» disse Tabby. «Diceva due paroline ai viscidi che ci chiedevano di uscire e che non gestivano un rifiuto.»

      «Io sono una delle damigelle d’onore» disse Olivia. «E ho invitato tutte le mie amiche, ovviamente.»

      «Ma abbiamo pensato che sarebbe stata stupida una serata di deliri il giorno prima del matrimonio» disse Tabby. «Quindi abbiamo deciso per sabato sera.»

      «Che cos’avete fatto?» chiese DeMarco.

      «Siamo state un po’ da me» disse Claire. «Cioè, dai miei. Ma loro erano via per il finesettimana, sapevano che ero in città e che volevo vedere le amiche. Quindi a loro stava bene che venissero. Abbiamo guardato dei film, bevuto vino e mangiato la pizza.»

      «Siete andate da qualche parte?»

      «Io e Kayla siamo andate al supermercato di Glensville per prendere altro vino» disse Olivia.

      «Glensville dov’è?”

      «A una ventina di minuti da Harper Hills.»

      «Non potevate prenderlo in città?» chiese Kate.

      «No» disse Tabby. «Non abbiamo ancora ventun anni e qui si conoscono tutti.»

      «Già» disse Olivia. «E poi a Glensville c’è uno con cui sono uscita, di un paio d’anni più di me. Conosce il gestore del supermercato di Glensville. Loro non ci chiedevano il documento e ci davano da bere.» Allora fece una pausa e poi aggiunse «Cazzo. Non finiranno nei guai, vero?»

      «Dovrebbero» disse DeMarco. «Ma questo è nulla in confronto a ciò che stiamo esaminando al momento. Allora… a Glensville è successo qualcosa di interessante?»

      «Niente» disse Olivia. «Siamo entrate, abbiamo preso tre bottiglie di vino e siamo uscite.»

      «Avete avuto problemi col tipo con cui uscivi?»

      «No. Cavoli, ci ho appena parlato. E poi aveva una nuova ragazza. Aveva tipo fretta di andarsene.»

      «Qualcuno ha bevuto troppo quella sera?» chiese Kate.

      «Tutte e quattro» disse Tabby. «Io me la sono presa quando ho scoperto che Kayla se n’era andata. La casa di sua mamma è a soli dieci minuti da quella di Claire, però… vabbè. È stata irresponsabile a guidare dopo aver bevuto. Ovviamente poi ho scoperto che era stata uccisa e…»

      «Che significa quando ho scoperto che Kayla se n’era andata?» chiese DeMarco.

      «Be’, intorno alla mezzanotte Claire ha tirato fuori i liquori dei suoi» disse Tabby. «Avevamo un po’ troppo da bere. Io verso l’una sono svenuta.»

      «Io poco dopo» disse Claire.

      «Già» aggiunse Olivia. «Io e Kayla eravamo le ultime sveglie. Non penso che abbia bevuto i liquori. Certo, era confusa, ma non credo sfatta. Non quando sono svenuta io, almeno.»

      «Quindi pensate che vi abbia viste crollare tutte e che abbia deciso di andarsene a casa?» chiese DeMarco.

      «Così è parso» disse Claire.

      «E quando se n’è andata non vi ha chiamato né vi ha mandato un messaggio?» chiese Kate. «Non ha lasciato un biglietto?»

      «Niente» disse Olivia.

      «Io ho pensato che fosse in imbarazzo» disse Tabby. «Non è mai stata una gran bevitrice, eh. Credo che la cosa non sia cambiata al college. Certo, magari era un po’ in imbarazzo a uscire con amiche che non avevano mai deciso di andarsene da Harper Hills per il college. Boh.»

      «Si comportava diversamente rispetto al passato, a quel che ricordate?» chiese Kate.

      «No, e questa è la cosa più strana» disse Claire. «Era sempre la solita vecchia Kayla. Spiritosa, aperta, sincera. Era quasi come se non fosse cambiato niente dal diploma.»

      DeMarco fece qualche altra domanda, in particolare riguardo alla conversazione che riuscivano a ricordare di aver avuto quella sera. Mentre lei orchestrava la domanda, Kate fece del suo meglio per esaminare i modi e il linguaggio del corpo delle tre ragazze. Non aveva ragione di sospettare che una di loro nascondesse qualcosa, ma l’attenzione continuava a riportarla su Olivia. Si agitava di continuo e non teneva gli occhi fissi su un posto tanto a lungo.

      Lei è rimasta sola con Kayla la notte che è morta, pensò Kate. Magari potremmo cavarle di bocca altro se non ci fossero le altre. Prese nota mentalmente della cosa e la mise da parte mentre DeMarco concludeva le domande.

      La cameriera portò i panini e le agenti salutarono. DeMarco terminò la conversazione dando a ogni ragazza il suo biglietto da visita e istruendole di chiamarla se fosse loro venuto in mente altro o avessero sentito voci su ciò che era accaduto a Kayla.

      «Che ne pensi?» chiese a Kate mentre tornavano alla macchina.

      «Penso che Olivia potrebbe avere dell’altro da dire, se non ci fossero le amiche. Sembrava ansiosa. Ed è stata l’unica a rimanere da sola con Kayla.»

      «Pensi che sia successo qualcosa quando sono uscite per il vino?»

      «Non lo so. Ma, anche in caso contrario, mi chiedo se non abbiano parlato di qualcosa di relativo a ciò che è accaduto dopo. Sono solo ipotesi, però…»

      «No, ho visto anch’io che era a disagio.»

      Ci rifletterono montando in auto. Stava scendendo lentamente la sera e, anche se la giornata sembrava lunga, Kate sapeva che non era ancora finita. DeMarco era sempre stata una tipa notturna, di quelle che spremevano ogni minuto di produttività dalla giornata.

      E a Kate stava bene. Perché, mentre quella prima giornata giungeva alla sua conclusione, qualcosa nel suo cuore si faceva sempre più sicuro che quello poteva essere il suo ultimo lavoro. In caso affermativo, intendeva trarne il massimo.

      CAPITOLO SEI

      DeMarco faceva tutto ciò che poteva per non rimuginare. Ma doveva anche essere onesta con se stessa. Per un attimo, anche se breve, si era un po’ arrabbiata quando Duran l’aveva informata che Kate si sarebbe unita a lei nelle indagini. La delusione era però stata presto sostituita dalla gioia. La cooperazione con Kate Wise all’inizio era stata quasi un rapporto tra mentore e allieva. Ma crescendo entrambe e conoscendo le abitudini e i modi reciproci, si era trasformata in qualcosa di più. Comunque DeMarco aveva sempre avuto la sensazione di essere un’agente junior… che stava ancora imparando i fondamenti nella speranza di colpire Kate mentre le sue competenze continuavano a sviluppare e a maturare.

      DeMarco lo sapeva che il caso era suo. Kate era salita a bordo all’ultimo minuto e stava facendo l’impossibile per restarsene in seconda fila. Pur apprezzando il gesto più di quanto potesse dire, DeMarco si sentiva pure a disagio. Kate era una leader nata, e guardarla cedere consapevolmente il controllo era strano.

      E le veniva anche da chiedersi cosa potesse accadere dietro le quinte. Come vedeva Kate la sua carriera adesso che era la cosiddetta Madre Miracolosa e finalmente era tornata al lavoro?

      DeMarco non ne era sicura, ma aveva la sensazione che l’avrebbe scoperto una volta chiuso il caso. Prima, ovviamente, dovevano chiuderlo.

      Arrivò al Bowling di Larry alle sei e un quarto. Il parcheggio era quasi vuoto, tinto dello strano rosso del neon sbiadito delle parole BOWLING E SALA GIOCHI dell’insegna sul davanti. DeMarco parcheggiò il più vicino possibile all’ingresso, non sapendo dove fosse stato trovato il corpo della prima vittima. Entrando riesaminò a mente i rapporti memorizzati la sera precedente prima di andare a dormire.

      La vittima


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