Il Libro di Urantia. Urantia Foundation

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Il Libro di Urantia - Urantia Foundation


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che concerne l’identità, la natura e gli altri attributi della personalità, il Figlio Eterno è l’esatto uguale, il perfetto complemento e l’eterna contropartita del Padre Universale. Nello stesso senso che Dio è il Padre Universale, il Figlio è la Madre Universale. E l’insieme di tutti noi, umili ed elevati, costituisce la loro famiglia universale.

      6:8.2 (79.5) Per apprezzare il carattere del Figlio dovreste studiare la rivelazione del carattere divino del Padre; essi sono per sempre ed inseparabilmente uno. In quanto personalità divine essi sono praticamente indistinguibili da parte degli ordini inferiori dell’intelligenza. Il loro riconoscimento separato non è altrettanto difficile per quelli che traggono origine dagli atti creativi delle Deità stesse. Gli esseri che nascono nell’universo centrale ed in Paradiso discernono il Padre ed il Figlio non solo come una sola unità personale di controllo universale, ma anche come due personalità distinte che operano in domini definiti dell’amministrazione universale.

      6:8.3 (79.6) In quanto persone voi potete concepire il Padre Universale ed il Figlio Eterno come individualità separate, perché in verità lo sono; ma nell’amministrazione degli universi essi sono talmente intrecciati ed in correlazione che non è sempre possibile distinguerli. Quando negli affari degli universi incontriamo il Padre ed il Figlio in interassociazioni indistinte, non è sempre proficuo tentare di separare le loro operazioni. Ricordatevi semplicemente che Dio è il pensiero iniziatore ed il Figlio è il verbo espressivo. In ogni universo locale questa inseparabilità è personalizzata nella divinità del Figlio Creatore, che rappresenta sia il Padre che il Figlio per le creature di dieci milioni di mondi abitati.

      6:8.4 (80.1) Il Figlio Eterno è infinito, ma è avvicinabile tramite le persone dei suoi Figli Paradisiaci ed il paziente ministero dello Spirito Infinito. Senza il servizio di conferimento dei Figli Paradisiaci ed il ministero amorevole delle creature dello Spirito Infinito, gli esseri di origine materiale non avrebbero alcuna speranza di raggiungere il Figlio Eterno. Ed è altrettanto vero che con l’aiuto e la guida di questi agenti celesti i mortali coscienti di Dio raggiungeranno certamente il Paradiso e staranno un giorno alla presenza personale di questo maestoso Figlio dei Figli.

      6:8.5 (80.2) Anche se il Figlio Eterno è il modello di raggiungimento della personalità mortale, vi è più facile cogliere la realtà del Padre e dello Spirito, perché il Padre è il conferitore effettivo della vostra personalità umana e lo Spirito Infinito è la sorgente assoluta della vostra mente mortale. Ma via via che ascenderete sul sentiero del progresso spirituale verso il Paradiso, la personalità del Figlio Eterno diverrà sempre più reale per voi e la realtà della sua mente infinitamente spirituale diverrà più discernibile per la vostra mente in corso di progressiva spiritualizzazione.

      6:8.6 (80.3) Il concetto del Figlio Eterno non potrà mai risplendere vivamente nella vostra mente materiale o successivamente morontiale; e fino a che non vi spiritualizzerete e non inizierete la vostra ascensione spirituale, la vostra comprensione della personalità del Figlio Eterno non comincerà ad eguagliare la vividezza del vostro concetto della personalità del Figlio Creatore originario del Paradiso che, in persona ed in quanto persona, si è un giorno incarnato ed ha vissuto su Urantia come un uomo tra gli uomini.

      6:8.7 (80.4) Durante tutta la vostra esperienza nell’universo locale il Figlio Creatore, la cui personalità è comprensibile dagli uomini, deve compensare la vostra incapacità di cogliere il pieno significato del Figlio Eterno del Paradiso, che è più esclusivamente spirituale ma personale. Mentre vi eleverete passando per Orvonton ed Havona, via via che lascerete dietro di voi la vivida immagine ed i ricordi profondi del Figlio Creatore del vostro universo locale, il superamento di questa esperienza materiale e morontiale sarà compensato da concetti sempre più ampi e da una comprensione sempre più profonda del Figlio Eterno del Paradiso, la cui realtà e vicinanza aumenteranno sempre a mano a mano che progredirete verso il Paradiso.

      6:8.8 (80.5) Il Figlio Eterno è una grande e gloriosa personalità. Benché sia al di là dei poteri della mente mortale e materiale afferrare la realtà della personalità di un tale essere infinito, non dubitate, egli è una persona. Io so di che cosa parlo. Sono stato alla presenza divina di questo Figlio Eterno innumerevoli volte ed ho viaggiato poi nell’universo per eseguire i suoi benevoli ordini.

      6:8.9 (80.6) [Redatto da un Consigliere Divino incaricato di formulare questa esposizione che descrive il Figlio Eterno del Paradiso.]

      Il Libro di Urantia

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      Fascicolo 7

      7:0.1 (81.1) IL FIGLIO Originale è sempre interessato all’esecuzione degli aspetti spirituali del proposito eterno del Padre, quale si dispiega progressivamente nei fenomeni degli universi in evoluzione con i loro molteplici gruppi di esseri viventi. Noi non comprendiamo pienamente questo piano eterno, ma il Figlio del Paradiso indubbiamente sì.

      7:0.2 (81.2) Il Figlio è simile al Padre, nel senso che cerca di conferire il più possibile di se stesso sui suoi Figli coordinati e sui loro Figli subordinati. Ed il Figlio partecipa della natura autodistributiva del Padre nel conferimento senza riserve di se stesso sullo Spirito Infinito, loro esecutore congiunto.

      7:0.3 (81.3) Come sostenitore delle realtà spirituali, la Seconda Sorgente e Centro è il contrappeso eterno dell’Isola del Paradiso, che sostiene così stupendamente tutte le cose materiali. In tal modo la Prima Sorgente e Centro è perennemente rivelata nella bellezza materiale dei mirabili archetipi dell’Isola centrale e nei valori spirituali della personalità celeste del Figlio Eterno.

      7:0.4 (81.4) Il Figlio Eterno è il sostenitore effettivo della vasta creazione di realtà spirituali e di esseri spirituali. Il mondo dello spirito è l’habitus, la condotta personale del Figlio, e le realtà impersonali della natura spirituale rispondono sempre alla volontà ed al proposito della personalità perfetta del Figlio Assoluto.

      7:0.5 (81.5) Tuttavia, il Figlio non è personalmente responsabile della condotta di tutte le personalità spirituali. La volontà della creatura personale è relativamente libera e perciò determina le azioni di questi esseri volitivi. Il mondo spirituale del libero arbitrio non è quindi sempre veramente rappresentativo del carattere del Figlio Eterno, così come la natura su Urantia non è realmente rivelatrice della perfezione e dell’immutabilità del Paradiso e della Deità. Ma indipendentemente da ciò che può caratterizzare l’azione di libero arbitrio degli uomini o degli angeli, il dominio eterno del Figlio sul controllo della gravità universale di tutte le realtà spirituali continua ad essere assoluto.

      7:1.1 (81.6) Tutto ciò che è stato insegnato sull’immanenza di Dio, sulla sua onnipresenza, onnipotenza ed onniscienza, è ugualmente vero per il Figlio nei domini spirituali. La pura ed universale gravità spirituale di tutta la creazione, questo circuito esclusivamente spirituale, riconduce direttamente alla persona della Seconda Sorgente e Centro in Paradiso. Il Figlio Eterno presiede al controllo ed alle operazioni di questo dominio spirituale sempre presente ed infallibile su tutti i veri valori spirituali. In tal modo il Figlio Eterno esercita una sovranità spirituale assoluta. Egli, per così dire, tiene letteralmente nel cavo della sua mano tutte le realtà spirituali e tutti i valori spiritualizzati. Il controllo della gravità spirituale universale è la sovranità spirituale universale.

      7:1.2 (82.1) Questo controllo di gravità delle cose spirituali opera indipendentemente dal tempo e dallo spazio; per questo l’energia spirituale non diminuisce nella trasmissione. La gravità spirituale non subisce mai ritardi dovuti al tempo, né è soggetta a diminuzione a causa dello spazio. Essa non decresce in proporzione al quadrato della distanza dalla quale viene


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